Appena atterrato a Rio, mentre faccio la fila per il controllo passaporti con la mia mazzetta di giornali italiani di ieri in mano, mi avvicina e comincia a chiacchierare un piccolo imprenditore del Nord Italia incuriosito da tutti quegli inutili orpelli. Mi spiega subito chi è: un imprenditore che costruisce capannoni. Avete presente il Perego di Antonio Albanese? Stessa cultura, mentalità e accento. E' a Rio, però, perché deve vendere un paio di appartamenti sul mare a Copacabana. Li vende perché ha trasferito la residenza da Rio alla Costa azzurra, in Francia, vicino a quella della moglie a Montecarlo. Non perché vivano là entrambi, ma perché "in Italia si pagano troppe tasse e hai sempre la finanza a controllare". Naturalmente ha "votato Berlusconi, i rossi siete dei serpenti".
In viaggio verso l'hotel a bordo di una Fiat Idea, invece, trovo un simpaticissimo tassista "filologo" che, poiché non parla italiano, per venirmi incontro fa un misto di portoghese, spagnolo e lingua guaranì. Mi spiega le differenze degli oltre 160 dialetti di non so quale zona e mi ripete la stessa frase in decine di versioni diverse. Poi mi dice che a Rio c'è stato Bertinotti, "un grande" (e lo dice stringendo il pugno alla maniera di Gaber in "Qualcuno era comunista..."), che D'Alema è un grande amico di Lula e, soprattutto, che Lula è un ottimo presidente e che sta facendo molto per il suo Paese. Intanto mi mostra come le favelas che stiamo costeggiando siano dotate di luce elettrica, telefono e internet, acqua corrente e sistema fognante.
Ho capito che in qualche parte del mondo esisono anche tassisti di Sinistra. Bisogna farlo sapere a Bersani che si rincuora...
Tra un'ora, invece, riunione con i dirigenti della Fondazione Astrojildo Pereira.
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10 commenti:
Signore Eugenio, in Brasile nessuno parla la lingua guarani. È lingua morta.
Appunto, non a caso lo definivo tassista filologo
No ti prego Perego proprio non lo sopporto. Già lo vedo questo bel sciura che ti spiega come va la vita e come lui si sia fatto da solo.
Gentile signore Eugenio grazie por su visita in latinoamerica. Por su interesamiento nel 2007 mi moglie ha avuto la cidadania. Io espero rivederla presto.
Martins
Temo che i Perego del nostro paese siano tanti. Siamo noi che non li frequentiamo, ma ci sono, ohhhh SE CI SONO!
Quando torni?
Sono tornato. Ci sentiamo presto.
Fantastica la figura del tassista!
Saluti
GRAZIE PER AVERMI ABBANDONATO PD PARTITO MIO- E MAIL SCRITTA A TUTT- ITALIA
Egregio Sig. Presidente,
Sono UN ROMANO
iscritto all'AIRE del comune di Novara, residente in SUD AMERICA da circa 5 anni sposato, mia moglie e' peruviana.
Presidente le scrivo perche' non so piu' a chi rivolgermi vivo in un'anomalia dovuta da leggi ingiuste.
Sono un invalido (lo sarei per il mio paese) che qui ha scoperto di essere affetto da una gravissima insufficenza cronica ereditaria chiamata reni policistici, con ipertensione arteriosa, malattia di cui sofriva mio padre morto un'ann fa a Roma, tre suoi fratelli di cui morti, mia nonna morta nel 1960 dove ancora non esisteva dialisi. Da circa due mesi ho visto peggiorare il mio stato di salute, ho avuto un'infezione al piede sinistro che mi ha praticamente impedito di poter lavorare, si perche' qui l'assistenza e' privata a pagamento ed io essendo un malato ereditario nessuna assicurazione copre le spese, cosi sono arrivato allo stremo economico psicologico. Il consolato a volte mi ha aiutato ma sono solo paliativi contro una situazione che dovrebbe avere almeno un aiuto permanente visto la necessita' medicinale giornaliera che ho.
IO non chiedo elemosine ma DIRITTI quelli che mi dovrebbero spettare se risiedessi in Italia.
L'unica cosa che mi si propone e' il rimpatrio ma rimpatrio dove? nelle strade di Roma? o di Novara? senza casa senza lavoro aspettando due anni per una pensione d'invalidita' di 500 euro? e nel frattempo che faccio dove vivo di elemosine?
lo stato dovrebbe essere presente propio in queste situazioni, quelli come me che hanno gia' un destino segnato Lei che pensa quanto potro' vivere in queste condizioni? Il mio paese di noi residenti all'estero non gliene importa nulla se io mangio o no se vivo o muoio agli italiani non gli interessa.
Le chiedo
cosa devo fare? avro' speso in tre anni di malattia decine di migliaia di dollari chi mi rimborsera' questo? Soldi che mi avrebbero perlonemo dato una vita migliore senza l'incubo di non poter comprare le medicine. MI dica Lei se devo rassegnarmi a spegnermi cosi perdendo anche quel po di dignita' e di speranza,
a volte penso al peggio che dovra' venire, perche' io quel peggio Caro Presidente l'ho visto tante volte sul volto dei miei cari defunti per le conseguenze di questa malattia, a volte penso che sarebbe meglio finirla qui e togliere il disturbo ma amo troppo mia moglie e mia mamma per dargli un dolore gia' cosi' grande nel vedermi soffrire cosi.
Grazie
Buon Natale
Rag. M R
TITO MIO
Caro M R,
penso di conoscerti personalmente e sono sinceramente addolorato di sentirti parlare così, poiché mi rendo conto della gravità della situazione che vivi e della precarietà degli aiuti che
il nostro Paese e il Perù ti danno e che si ridurranno ulteriormente a partire dal gennaio 2009.
Anche i nostri sforzi, a cominciare da quelli della rappresentanza parlamentare e politica, per quanto grandi e
sinceri possano essere, davanti alla crudeltà dei fatti che citi diventano poca cosa.
Continueremo, però, a fare tutto ciò che è in nostro potere, sia dal punto di vista privato che politico e istituzionale, ma tu non devi arrenderti; non solo per le persone che ti stanno vicino, ma anche per te, che sei una bella persona, un cittadino in gamba e altruista che ha già fatto molto per chi in Perù (italiano o peruviano) sta peggio di te.
In questi giorni posso dirtelo con più forza. Capisco il tuo stato d'animo e so che è difficile in generale, sconfortante
per come funziona la sanità, duro per lo stress fisico a cui sei
sottoposto. Ma resisti, per piacere, senza pensare mai a gesti inconsulti.
Spero di incontrarti presto.
Un caro abbraccio
Great share thanks for writing this
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