La polemica degli ultimi giorni su Rai International, scatenata dalle dichiarazioni di Bruno Vespa, è solo l’ultimo e più eclatante atto di una campagna mediatica orchestrata ad arte dal centrodestra contro il nuovo direttore Badaloni, il Governo de L’Unione e il presidente Prodi.
Una campagna di discredito che si inserisce perfettamente nel più generale clima nazionale di attacco al centrosinistra che vorrebbe sbloccare la situazione di paralisi venutasi a creare alla Rai. Infatti, a causa della pessima legge Gasparri sul sistema radiotelevisivo, nella scorsa legislatura il centrodestra ha potuto nominare un Cda con una maggioranza per la Casa delle libertà.
Oggi, nonostante la maggioranza in Parlamento sia cambiata (e di conseguenza doveva cambiare anche quella del Cda), a causa di quella sciagurata legge la Rai continua ad essere amministrata da una maggioranza politica di centrodestra. E questa situazione, naturalmente, rende impossibile qualsiasi tipo di scelta e provoca la paralisi decisionale del Consiglio di Amministrazione.
Per questo motivo il Ministro Padoa Schioppa ha deciso di sostituire il consigliere Petroni e sbloccare quindi la Rai dall’inattività. Una scelta che ha creato lo sconcerto nelle stanze della Casa delle libertà e che ha subito messo in moto la collaudata macchina mediatica della strumentalizzazione, con l’obiettivo di far passare una scelta logica e finalizzata a rendere la Rai operativa ed efficace come una operazione di potere e di occupazione.
Quando poi al posto di Massimo Magliaro - contestato dalla redazione, dagli utenti, dal centrosinistra, dal centrodestra e addirittura da alcuni amici di partito - è arrivato Piero Badaloni, su Rai International si è scatenata, in piccolo, la stessa bufera mediatica.
Per questo motivo il Ministro Padoa Schioppa ha deciso di sostituire il consigliere Petroni e sbloccare quindi la Rai dall’inattività. Una scelta che ha creato lo sconcerto nelle stanze della Casa delle libertà e che ha subito messo in moto la collaudata macchina mediatica della strumentalizzazione, con l’obiettivo di far passare una scelta logica e finalizzata a rendere la Rai operativa ed efficace come una operazione di potere e di occupazione.
Quando poi al posto di Massimo Magliaro - contestato dalla redazione, dagli utenti, dal centrosinistra, dal centrodestra e addirittura da alcuni amici di partito - è arrivato Piero Badaloni, su Rai International si è scatenata, in piccolo, la stessa bufera mediatica.
Il nuovo Direttore si è trovato una situazione disastrosa ereditata dalla vecchia gestione, con un palinsesto completamente inadeguato e che in tutto il mondo era giudicato – volendo usare un termine dipomatico – come “insoddisfacente”. In questo contesto, la nuova direzione ha oggi cominciato a muoversi per garantire agli utenti una maggiore informazione e pluralità di voci: l’introduzione dei programmi di punta anche di Rai Due e Rai Tre nella seconda serata ne è prova.
Fino al primo maggio scorso, infatti, Porta a Porta andava in onda quattro volte a settimane in seconda serata negli USA (fuso di New York). Dal primo maggio in poi, per rispondere alle esigenze di pluralismo provenienti anche dalle nostre comunità, si è deciso di mandare in onda, in seconda serata, oltre a Porta a Porta, anche i vari programmi “incriminati” e “di sinistra” di cui tanto si parla in questi giorni. Ne consegue che ogni programma ottiene - in maniera del tutto paritaria – la seconda serata una sola volta a settimana. Inoltre, delle ulteriori otto puntate di Porta a Porta di maggio, ne sono andate in onda ben sette in fasce orarie diverse. Dov’è, dunque, il “ridimensionamento” di cui parla Vespa? Dov’è il “comunismo” e “l’informazione a senso unico” di cui parla Ferretti? Al contrario, siamo di fronte a una diversificazione dell’offerta informativa e delle voci, tutte autorevoli, dell’informazione italiana, oltre che a una equa ridistribuzione dei programmi di punta di tutte le reti Rai.
Fino al primo maggio scorso, infatti, Porta a Porta andava in onda quattro volte a settimane in seconda serata negli USA (fuso di New York). Dal primo maggio in poi, per rispondere alle esigenze di pluralismo provenienti anche dalle nostre comunità, si è deciso di mandare in onda, in seconda serata, oltre a Porta a Porta, anche i vari programmi “incriminati” e “di sinistra” di cui tanto si parla in questi giorni. Ne consegue che ogni programma ottiene - in maniera del tutto paritaria – la seconda serata una sola volta a settimana. Inoltre, delle ulteriori otto puntate di Porta a Porta di maggio, ne sono andate in onda ben sette in fasce orarie diverse. Dov’è, dunque, il “ridimensionamento” di cui parla Vespa? Dov’è il “comunismo” e “l’informazione a senso unico” di cui parla Ferretti? Al contrario, siamo di fronte a una diversificazione dell’offerta informativa e delle voci, tutte autorevoli, dell’informazione italiana, oltre che a una equa ridistribuzione dei programmi di punta di tutte le reti Rai.
Mi tocca però rilevare, che questo primo e positivo cambiamento, non ha risolto i problemi di Rai International, che siamo solo all’inizio e che abbiamo accumulato un notevole ritardo, anche a causa della paralisi del Cda Rai di cui si è detto e che ha avuto, e ha tuttora, delle ripercussioni anche sulla firma della convenzione tra Presidenza del Consiglio e Rai. Una firma che dovrà arrivare in tempi brevi e prima dell’estate. Da lì si dovrà poi ripartire per dare finalmente quello slancio a Rai International che tutti abbiamo invocato e che questa maggioranza, il nuovo Cda Rai senza Petroni e la nuova direzione di Rai International dovranno garantire. A partire da una scelta dei programmi che rappresenti veramente il meglio della produzione Rai e una informazione di qualità “verso” le comunità all’estero, “sulle” comunità all’estero e “dalle” comunità all’estero per l’Italia.
In questa direzione il Direttore Badaloni dovrà impegnarsi a presentare – anche pubblicamente – un palinsesto definitivo completo e soddisfacente, in grado non solo di fare di Rai International
il canale che porta nel mondo il Sistema Italia e quello dell’internazionalizzazione dell’Italia stessa, ma anche il canale capace di parlare degli italiani all’estero e con gli italiani all’estero e le proprie rappresentanze, magari in raccordo con le regioni italiane e le comunità regionali nel mondo.
il canale che porta nel mondo il Sistema Italia e quello dell’internazionalizzazione dell’Italia stessa, ma anche il canale capace di parlare degli italiani all’estero e con gli italiani all’estero e le proprie rappresentanze, magari in raccordo con le regioni italiane e le comunità regionali nel mondo.