
Nel giro di circa un mese il calcio italiano ha messo fine alla vita di almeno un paio di persone. Le morti, entrambe per stupida e folle violenza, sono avvenute sia nel campionato di massima serie, con il poliziotto di Catania, sia in quello di terza categoria, con il dirigente di una squadretta in provincia di Cosenza. Ma si può morire per una partita di terza categoria? Le reazioni sono state, almeno per una volta, esemplari, come esemplare dovrebbe essere l'ennesima morte di un uomo: la sospensione a tempo indeterminato di tutti i campionati.
Erano almeno 10 anni che da più parti si invocava un atto clamoroso.
Vi ricordate la morte di Vincenzo Spagnolo, il tifoso del genoa ucciso 12 anni fa con una coltellata da un tifoso del Milan? Non successe niente.
E Antonino Currò, il tifoso del Messina colpito a morte da una bomba carta lanciata da un supporter catanese il 17 giugno del 2001? Nemmeno in quel caso successe niente.
Di esempi ce ne sono ancora molti, ma ve li risparmio.
Questa volta si è sentito, finalmente, il bisogno di fermarsi a riflettere. Ma dai vertici della Lega Calcio, oggi ci sono state dichiarazioni vergognose da parte del suo Presidente. Matarrese, infatti, ha definito "Esaltati e irresponsabili" coloro che chiedono che il calcio si fermi (esaltati e irresponsabili loro?). Ha sostenuto che "lo spettacolo deve continuare". E a chi gli faceva notare che c'è stato l'ennesimo morto ha risposto che "i morti del sistema calcistico purtroppo fanno parte di questo grandissimo movimento" e ha poi aggiunto che non si deve tirare "troppo la corda, perché il gioco del calcio è talmente delicato che può fermarsi solo un attimo per le giuste riflessioni. Se qualcuno pensa di dare una lezione, di dare un esempio forte, allora si rischia di rompere il giocattolo. Chi dice non giochiamo più, chiudiamo gli stadi, stiamo un anno fermi, ho l'impressione che sia un po' esaltato e anche un po' irresponsabile" (Sic!). Ha poi concluso dicendo che "il calcio non si deve mai chiudere. E' la regola principale: questa è un'industria che paga i suoi prezzi". Dunque, secondo Matarrese, il calcio è un'industria, i morti ne fanno parte e non contano...
Ma per una volta, sembra che sia il mondo politico che quello sportivo non gli daranno retta, tanto che CONI e mondo politico hanno reagito duramente.
Dalla maggiornaza il Presidente del Consiglio Prodi ha bollato come "una posizione folle" le dichiarazioni di Matarrese. I rappresentanti dei DS e del Prc, Paola Concia e Ferraro, ne hanno chiesto le dimissioni. Stessa cosa ha fatto l'esponente di An Enzo Fragalà che ha detto "si dimetta al più presto", mentre Roberto Calderoli della Lega Nord ha definito "farneticanti" la parole del presidente di Lega. Il CONI, inoltre, sembra intenzionato a deferire Matarrese. Che qualcosa stia cambiando davvero?