
Sarà per questo che l’onorevole Giovanardi e il Ministro La Russa, in un eccesso di sospetto, hanno chiesto il test antidroga per i parlamentari?
Da alcuni giorni a questa parte, a Destra impazza il dibattito sull’opportunità o meno di costruire il PDL nel mondo. E questo nonostante il partito di maggioranza relativa esprima diversi parlamentari eletti all’estero. Il livello della discussione si è spinto così in là che Tremaglia (che per anni ha chiesto il voto politico tra gli italiani all’estero), ha minacciato addirittura di uscire dal PDL qualora il partito si istituzionalizzi nelle sue articolazioni estere con relativo tesseramento, sedi ecc.
Per Tremaglia, infatti, gli italiani all’estero, o meglio la Destra all’estero, è rappresentata esclusivamente dal CTIM (Comitato Tricolore Italiani nel Mondo), da lui fondato e presieduto: bizzarro, davvero bizzarro.
Mi sono chiesto come mai Tremaglia l’abbia messa giù così dura, fino a minacciare un passo irrevocabile quanto inusitato per un uomo ‘di partito’ quale egli è.
Confesso di non essermi accontentato della spiegazione che lui stesso ha dato liquidando l’iniziativa dei vertici del PDL come una scelta “assurda e contraria agli interessi dell’emigrazione, tanto è vero che il PDL ha assunto sinora posizioni contro i principi di civiltà, socialità, onore e contro gli interessi degli emigranti stessi ogniqualvolta è stato posto in Parlamento il problema persino della loro sopravvivenza”.

Innanzitutto come mai, se, come afferma l’ex ministro, le politiche dell’attuale Governo nei confronti degli italiani all’estero sono non solo inadeguate, ma persino lesive della dignità dei nostri connazionali all’estero, l’on. Tremaglia fino a oggi non si è dimesso dal PDL, neppure quando l’attuale Governo ha falcidiato le risorse per gli italiani all’estero e ha presentato il piano di chiusura dei consolati?
Come mai, oggi, non cambia i termini del suo ultimatum al PDL?
Coerenza e concretezza vorrebbero che l’attuale Segretario generale del CTIM chiedesse con fermezza al proprio partito l’annullamento di fatto dei tagli inferti alle politiche per gli italiani all’estero e le chiusure dei consolati e il ripristino – se non l’integrazione – dei finanziamenti ai capitoli di spesa del MAE che riguardano gli italiani nel mondo. Subordinando la decisione di uscire dal PDL ad un eventuale diniego.
Ecco, questo sì spazzerebbe in un sol colpo dubbi e sospetti.
Se poi consideriamo che, a completamento del quadro, a Tremaglia che minaccia vanno aggiunti: Di Biagio e gli altri parlamentari del PDL che parlano di equivoco, Canepa che invita a fare eco alle parole di Tremaglia, Bellaccini che vuole abolire i parlamentari eletti all’estero, Filosa perplesso su come si possa chiedere all’estero l’iscrizione al PDL dopo i tagli, beh ecco, se consideriamo tutto questo, allora l’iniziativa dei parlamentari Giovanardi e La Russa assume tutta un’altra pregnanza. E forse (dopo... dico dopo...) ci darà anche la spiegazione di certi comportamenti.