Rieccomi in una camera d'albergo con il mio solito Flybook: questa volta a Bologna, dove mi trovo per il dibattito che dovrò moderare domani alla festa nazionale de l'Unità. Sono giorni pieni nei quali mi è molto difficile riuscire a trovare il tempo di scrivere qualcosa. Comunque stiamo per supeare il periodo più intenso e difficile: quello degli accordi sulla formazione delle liste per le primarie. Naturalmente il metodo che abbiamo scelto, dopo la decisione di fare liste unitarie in tutto il mondo a sostegno di Veltroni, è stato quello di affidare la formazione delle liste ai dirigenti, parlamentari e militanti locali. Laddove questi hanno trovato una sintesi unitaria condivisa non siamo intervenuti a livello di responsabili nazionali. Nelle circoscrizioni nelle quali, invece, ci sono stati o ci sono problemi di assetto, è naturale che siamo dovuti intervenire a livello nazionale.
Tutto ciò comporta, inevitabilmente, che vengono scaricate su di noi responsabilità, richieste legittime (o meno legittime) e lamentele (o meglio vere e proprie incazzature). Non vi sfuggirà che alla fine di questa fiera nessuno verrà a dirci "bravi, avete fatto un bel lavoro e siamo soddisfatti della composizione di queste liste". Al contrario molti, ma davvero molti, non solo chi ne ha ragione, ma anche chi lo fa a torto, ci accuserà di ogni nefandezza e ci spiegherà che in quella circoscrizione "abbiamo sbagliato e che dovevamo fare in maniera diversa". Seguirà chilometrica spiegazione su come dovevamo fare. Ancora oggi c'è chi mi rimprovera scelte fatte nel 2005 per la formazione delle liste all'estero che, non solo hanno conseguito un gran successo nella Circoscrizione estero rispetto al centrodestra (11 eletti a L'Unione su 18), ma ci hanno consentito di garantire la maggioranza a questo Governo.
Ma si sa, dei frutti dell'orto ne gode sempre l'ortolano...
il cannocchiale
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