Oggi è uscito su La gente d'Italia questo mio articolo. Buone cose.
Da due anni a questa parte, chiusasi la campagna elettorale e gettate alle ortiche le belle promesse di “sostenere con sempre maggior impegno le comunità italiane all’estero” e di voler intensificare “il legame con la madrepatria”, da questo Governo non abbiamo visto che disinteresse e accanimento. L’ultimo in ordine di tempo è il taglio alla stampa italiana all’estero, del quale ha scritto benissimo pochi giorni fa Gian Antonio Stella. Un provvedimento che, come ricorda l’editorialista del Corsera, è stato voluto dal Governo per regolare (o meglio attaccare) i giornali di partito – di tutti i partiti – e che ha finito per non toccare affatto quegli organi di stampa e per travolgere, invece, solo le poche testate italiane edite all’estero. Ma la cosa che dà più fastidio, che crea più sconcerto, è che al di là delle promesse elettorali non mantenute circa il futuro delle comunità, si attaccano e stravolgono senza rispetto anche le certezze del passato e il diritto.
I tagli, infatti, non valgono solo per il futuro, come sarebbe lecito e normale dopo il varo di ogni legge, ma sono retroattivi, hanno cioè effetto anche per il 2009. Questo significa che coloro i quali, sulla base di una legge dello Stato, avevano affrontato delle spese e si erano indebitati sapendo di avere una certa cifra di rimborsi, oggi non avranno quanto gli spettava di diritto, ma la metà: cosa che nessuno avrebbe mai potuto prevedere. Ma questo, si sa, è il Popolo delle libertà di fare come gli pare, ma sulla pelle degli altri, degli italiani all’estero considerati meno di niente.In quanto a promesse, poi, lo scorso novembre, alla Conferenza Stato-Regioni-CGIE, il Sottosegretario Letta aveva raccolto l’odg votato all’unanimità con il quale si chiedeva al Governo il ripristino di parte delle risorse tagliate nell’ultima Finanziaria su alcuni particolari capitoli di spesa, per un totale di circa quattro milioni di euro. Letta si era impegnato personalmente a ottenere quei quattro milioni, ma nessuno ne ha mai più saputo nulla.
Oggi, poi, sono ripresi alla Farnesina i lavori del Comitato di presidenza del CGIE con un odg che mette i brividi e che va dalla relazione del Governo (e c’è da ridere, o piangere) alla ripartizione di contributi e finanziamenti per il 2010 ai corsi di lingua e cultura, dall’assistenza alla stampa italiana all’estero, dalla rete consolare alla riforma del CGIE e del voto alle elezioni dei Comites. Argomenti sui quali, per due anni, abbiamo visto solo abbattersi la scure governativa. Il Comitato di presidenza, inoltre, dovrà preparare la successiva Assemblea plenaria sempre su questi temi.
Questa volta, dunque, io credo che i il CGIE dovrà prepararsi a lavorare sull’onda di una iniziativa politica unitaria forte e chiara nei confronti del Governo e del Parlamento. Non sono più ammissibili dichiarazioni di intenti da parte del Governo a cui non seguono atti concreti; non si potranno più concedere slittamenti per la convocazione delle elezioni per il rinnovo dei Comites; non si può più accettare che siano continuamente umiliati i connazionali all’estero e le loro rappresentanze istituzionali nei Comites, nel CGIE, in Parlamento.
Questa volta, il Consiglio Generale, deve esigere dal Governo atti concreti e immediati che indichino un reale interesse di questa maggioranza, di questo Governo e dell’intero Paese verso gli italiani nel mondo.Si va verso il 150° anniversario dell’Unità d’Italia e il CGIE si appresta a preparare le celebrazioni all’estero: un altro punto all’odg di questi lavori. Con l’Unità è iniziata anche l’emigrazione di massa e si è cominciato a scavare il solco tra chi rimaneva in patria e chi partiva. Dia, oggi, il Governo, in questa occasione, il segnale di non voler allargare quel solco tra chi è partito e chi è rimasto, ma di volerlo riempire di contenuti e attenzioni.
venerdì 26 marzo 2010
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