Dopo due anni di tagli lineari e politiche di smantellamento che hanno ridotto in uno stato di coma le strutture e i rapporti tra l’Italia e gli italiani nel mondo, ora il Governo si avvia a staccare definitivamente la spina. Lo si capisce dopo le notizie di nuovi tagli verso gli italiani nel mondo e l’annuncio che il Consiglio dei ministri vuole trasmettere d’urgenza alle Camere il testo di riforma costituzionale approvato il 18 luglio e che prevede la soppressione della Circoscrizione estero.
È inaccettabile che si continui ancora ad accanirsi con i cittadini italiani all’estero senza voler accettare che essi sono parte integrante del nostro Paese e volano di sviluppo economico e culturale in un mondo globalizzato nel quale i paesi avanzati valorizzano i concittadini all’estero.
È ora di fare chiarezza e dire una volta per tutte se questo Governo vuole avere un rapporto reale o no con questi connazionali e di avviare una riflessione seria e a 360° su questo rapporto, senza tentare pericolose e superficiali fughe in avanti come quella imposta dalla maggioranza al Senato sulla legge di riforma del CGIE e che deve invece avere un iter diverso alla Camera.
Non si può pensare di chiudere i consolati, ridurre drasticamente il numero dei Comites, cambiare la ragione sociale del CGIE, abolire la Circoscrizione estero e imporre il quasi azzeramento delle risorse economiche parlando di "riforme", poiché tutto ciò corrisponde solo alla volontà di un massacro.
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