Questi compagni ci danno fiducia e accettano giustamente i processi e le mediazioni che siamo chiamati a operare per far nascere questo grande partito plurale, anche a costo di sacrificare posizioni culturali personali e particolari visioni del vivere civile.
Ma mi/ci avvertono di non tirare troppo la corda, poiché sono arrivati all'ultimo tenue filino, che può spezzarsi da un momento all'altro e, se si spezza, nessuno potrà obbligarli a votare per il PD, nonostante le giustificazioni reali che posso/potremo dare.
A esemplificare questo stato d'animo e di cose è arrivato oggi il corsivo di Michele Serra su Repubblica. E' indicativo del comportamento di questi compagni.
Ecco cosa scrive Serra, che non è un estremista, bensì uno che ha scritto di tutto pur di convincere la Sinistra estrema a compiere atti di responsabilità. Lo stesso che ci ha spiegato, tempo fa, che per avere in Italia un capitalismo serio doveva andare al Governo il centrosinistra, da Cossutta ad Agnelli, passando per Dini e Mastella.
Mentre i DICO veleggiano sicuri verso l'Isola che non c'è, anche il povero testamento biologico rischia di uscire dal novero delle opzioni possibili. Informano i giornali, con laconica sintesi, che siccome i teodem della Margherita hanno da eccepire, la relatrice diessina, senatrice Bassoli, non è in grado di presentare un disegno di legge di maggiornaza.
Orbene. Per quello che conta il mio voto (poco, ma per me tanto), credo sia giunto il momento di far sapere che se il Partito Democratico nasce con i lacciuoli clericali attualmente in campo, non lo voterò. Perché si capisce lo sforzo unitario, si capisce l'indefesso lavoro di compromesso, si capisce che siamo un paese di forti radici cattoliche, si capisce che da nessun partito di massa si può pretendere una perfetta coesione culturale: ma insomma, c'è un limite a tutto. Gli italiani laici e di Sinistra, siano diecimila o dieci milioni poco importa, hanno il diritto di sentirsi rappresentati in Parlamento da una forza politica libera dal condizionamento della Chiesa. E conosco perfino un pasio di preti, e parecchi buoni cristiani che la pensano come me: non vogliono vivere sotto la tutela morale della pur virtuosa senatrice Binetti. Si pretende dai politici che parlino chiaro, ma anche gli elettori hanno il dovere di farlo: io non voterò mai per un partito nel quale i teodem abbiano questo evidente potere di ricatto. Fateci sapere. Grazie.