Riporto di seguito l'articolo che è uscito venerdì sull'ultimo numero del notiziario bisettimanale DS/Cittadini del mondo. E' una riflessione sull'inopportuno e volgare linguaggio usato dalla destra. Buona lettura.
Per scaricare il nostiziario, con foto oscene di esponenti del centrodestra, clicca qui
Da un po’ di tempo a questa parte, leggo con difficoltà, che diventa in taluni casi imbarazzo, certa parte della stampa rivolta agli italiani all’estero. Mi pare di riscontrare un linguaggio che poco si addice a una sana e corretta dialettica tra le parti politiche. Non mi riferisco naturalmente alle critiche – legittime – o alle differenti opinioni espresse da avversari politici, ma ai toni, ai modi e al linguaggio cui tali esternazioni sono affidate.
Affiorano atteggiamenti lessicali, moduli espressivi, codici che pensavo ampiamente superati e assolutamente anacronistici, oltre che di pessimo gusto nella società della comunicazione. Un linguaggio, insomma, che spesso scade nel volgare, che denota una mancanza totale di galateo istituzionale. Un linguaggio non solo irrispettoso nei confronti dei nostri connazionali all’estero, a cui certa stampa si rivolge, ma ugualmente dannoso al di qua delle Alpi.
Uno stile e un registro che ingrassa il già ben nutrito repertorio di pregiudizi e luoghi comuni che imbevono l’immaginario della nostra classe politica – e non solo – quando si parla di Italiani nel mondo.
Quando leggo su L’Italiano, tanto per fare qualche esempio, titoli del tipo: “Prodi: un morto che cammina”, “Gli italiani all’estero fregati un’altra volta”, “Il viceministro se ne sbatte del CGIE”, “Carozza si sveglia e piscia fuori dal vaso” (e per questioni di spazio non riporto pezzi di articoli), penso che il livello di civiltà sia molto scaduto.
E lo ripeto: non entro nel merito delle critiche e delle posizioni, che possono essere le più feroci e distanti dalle mie e tuttavia legittime, purché contenute nell’alveo del reciproco rispetto, della civiltà, appunto.
Sono certo che faremmo tutti cosa utile alla politica, alla comunicazione, ai nostri connazionali all’estero, se esercitassimo maggior decoro e compostezza.
Abbiamo lottato tutti, a lungo e spesso insieme, per vedere riconosciuti alcuni diritti per i nostri connazionali all’estero. Abbiamo lottato a lungo, e continuiamo a farlo, per acquistare e consolidare credibilità e superare stupidi stereotipi verso il mondo degli italiani all’estero.
Un modo intelligente per dimostrare che ne è valsa e ne varrà ancora la pena sarebbe quello di bandire trivialità da camerata che gettano un velo di mestizia sul cammino faticoso (e per questo ancor più meritorio) compiuto fin qui. Sarà un bene per tutti.
Diversamente l’avranno vinta proprio coloro che dai luoghi comuni traggono ispirazione politica, quelli che ancora nel maggio scorso dichiaravano: “Gli italiani all’estero non pagano le tasse, è piuttosto discutibile che possano votare!” (Berlusconi, Ansa del 22 maggio 2006).
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17 commenti:
complimenti! che classe!
sarò matta, ma in fondo penso che 'esternazioni come quelle riportate da eugenio, in tempi così liquidi e post-ideologici, aiutino a orientarsi nel mare magnum del riciclaggio politico e dei contrapposti sdoganamenti.
al quadro edificante disegnato dal gesto eloquente della 'signora' (diciamo così) Santanchè e dalla succosa antologia riportata da Eugenio, aggiungerei per completezza l’evocazione da parte del capo dell’opposizione di quell’italietta per seppellire la quale qualcuno, in tempi non troppo remoti, precipitò l’Europa (e non solo) nell’abisso della sua pagina più nera.
Ciao Eugenio,
che dire? Condivido parola per parola. Siamo in parte immersi in una... coprocrazia?
Caro Marino, condivido dalla prima all'ultima parola. Con una sola aggiunta:è questa l'Italietta che la Destra rappresenta sia quando è andata al governo sia adesso che è all'opposizione.
Alfred
caro Eugenio,
sono d'accordo e ho letto il post (linguaggio volgare della destra):
simili linguaggi devono essere oggetto di rilievo e protesta soprattutto se chi
li usa è un parlamentare eletto dal popolo italiano, tuttavia non sono sicura
al 100 per 100 che la cosa riguardi solo la destra.
in questi gioni "frequento" (per lavoro) un vostro dirigente, o ex
dirigente...., che butta la carta per terra dal finestrino della sua auto e poi
mi guarda (io resto zitta, ma forse il mio sguardo mi tradisce...) e mi
dice "lo so che non si fa".
tu mi dirai che in questo caso non si tratti nè di linguaggio nè tanto meno
indirizzato a italiani all'estero, ma di semplice maleducazione.
tuttavia....perchè siam arrivati a questo degrado...?
non è che un po' tutti abbiamo allentato la guardia e l'attenzione?
non dico che gli studenti debbano rizzarsi sull'attenti quando entra il
professore (benchè io l'abbia fatto dalle elementari al liceo e non sono morta
per questo....), come dice Sarkozy, ma fior fiore di amiche mie insegnanti si
esprimono per "essere più simpatiche" ai loro studenti come degli scaricatori
di porto. a volte han la tessera di Rifondazione in tasca, o giù di lì.
io mi son presa un po' di sculacciate da piccola, da mia madre, quando dicevo
anche solo "porca miseria", crescendo poi ho detto anche peggio, ma di solito
rivolto a qualcuno di ben precuso che mi aveva fatto, secondo me, qualcosa di
grave....
insomma, fondiamo un Comitato per ripristinare la buona educazione e
diffonderla nel mondo, perfino in quello dei politici professionisti....!
ciao
daniela (binello)
@barbara: solo in parte però, dato che c'è molta gente che ce la mette tutta per riemergere da questa tanfa.
@alfred: purtroppo si. Non abbiamo una Destra moderna ed europea né una Destra che si richiami e ricordi anche lontanamente la Destra storica.
@daniela: anch'io penso che la Sinistra non sia del tutto immune a certi comportamenti. Peò sul linguaggio penso che la distanza tra Destra e Sinistra sia abissale.
Bravo Eugenio !
Soprattutto perché dimostri di essere davvero in sintonia con noi italiani all'estero, stufi di essere trattati (anche da certa stampa) come dei minorati, ai quali parlare in maniera rozza e volgare.
Come scrivi tu, non ci lamentiamo se poi arrivano gli editoriali alla "Sergio Romano", che ci dipingono come una sotto-razza, lamentosa e ignorante...
Eleviamo il livello, allora, rendendolo degno di una comunitá grande e non per questo culturalmente povera.
Un saluto,
Fabio
Caro Eugenio,
questo è il tratto distintivo della dx fuori dall'Italia. Il linguaggio però è alimentato dai loro dirigenti romani. Ho notato che da quando si sono organizzati per portare la sfida al governo affidando la comunicazione ai vari zulian, filosa, todini sono diventati ancora più incontenibili ed astiosi scadendo nella polemica gratuita e in molti luoghi comuni, che vanificano lo sdoganamento avviato dal vecchio ministro degli esteri. Ed all'estero dove c'è bisogno di una dialettica politica spesso si è frentati da comportamenti e da un linguaggio che non permette il dialogo per favorire le nostre comunità.
Ciao. Michele Schiavone
Nel mio articolo facevo riferimento a un linguaggio d'altri tempi e di certa Destra anacronistica che invitavo a superare, non trascurando di dire che l'appello era però rivolto a tutti. E sottolineo tutti, dato che scrivevo: "Sono certo che faremmo tutti cosa utile alla politica, alla comunicazione, ai nostri connazionali all’estero, se esercitassimo maggior decoro e compostezza".
Ecco invece, come è stato raccolto da L'Italiano il mio appello:
Risposta di Ferretti
Non vi ricorda un po' il classico e fascistissimo "Me ne frego"?
Il commento del pelato con cui concludi l'articolo l'ho sentito ripetere decine di volte.... anche da qualche italiano residente all'estero
Caro Eugenio,
la tua analisi e soprattutto il tuo appello sono lodevoli.
Approfondire la tematica del linguaggio (verbale e non verbale...)e degli stili comunicativi della classe politica, o meglio, della classe dirigente del nostro paese, ci aiuterebbe a "leggere" meglio un quadro politico che in effetti, sembra desolante.
Ma mi chiedo, e vi chiedo: questa deriva linguistica è congeniale a qualcuno e in particolare a un progetto politico?
Vi ricordate la passata campagna elettorale? Agitare spettri come non lo si faceva dal '48, esasperare gli animi, riversare veleno su veleno,fango su fango nei confronti dell'avversario (che diventa un nemico), creare in maniera quasi scientifica ansie e paure tra l'opinione pubblica è servito alla destra, in maniera a mio avviso determinante, a raggiungere una percentuale di votanti altissima (nei paesi anglosassoni impallidirebbero...), a recuperare molti punti percentuali di svantaggio e a compattare/motivare un elettorato che evidentemente apprezza tali comportamenti.
E tutto ciò, anche se in Italia ha assunto i contorni di una tragi-commedia, ahimè si è puntualmente verificato anche in altri paesi, due su tutti Francia e Stati Uniti (non a caso...).
La mia era volutamente una domanda retorica.
In realtà, quel che mi rattrista e mi fa riflettere di più è che comportamenti e linguaggi che definire border line è poco, sono oramai la normalità. Noto, ma spero di sbagliarmi, una certa assuefazione e un latente "al peggio non c'è fine".
Dobbiamo indignarci a tutto ciò!
Un'ultima considerazione: prima che sia troppo tardi, sarebbe utile porre al centro del dibattito politico, ma anche del dibattito pubblico, una sorta di "questione linguistica" così come venne posta anni fa la "questione morale". Ma, visti i risultati che ha prodotto nel tempo quest'ultima, augurerei a tutti maggiore fortuna.
Ciao, Luigi
@luigi: Trovo condivisibile quanto scrivi. Le elezioini del 2001 in Italia, le ultime presidenziali negli USA e quelle in Francia hanno dimostrato che l'esasperare il clima politico e il demonizzare e trasformare in "nemico" l'avversario, il parlare di scontri tra "bene" e "male", motiva le ali estreme giovando esclusivamente alla Destra e al conservatorismo. Le elezioni regionali in Italia, quelle in Puglia soprattutto, ma anche le politiche del 2006 (almeno per L'Unione) e le recenti amministrative di Taranto, hanno invece dimostrato che quando il linguaggio e la dialettica poggiano su basi di civiltà e ragionamento concreto, chi ha la meglio è la politica, i cittadini, la Sinistra e i moderati.
In questo senso, almeno da parte nostra, credo che parlare di "questione linguistica" come si fece un tempo per la "questione morale" (se intendi gli anni di Berlinguer) sia eccessivo. Si potrebbe aprire, ed è quello che ho fatto nel mio piccolo, una discussione su come superare certi linguaggi del Ventennio senza scadere in quelli del marketing e della semplificazione del "bene" contro il "male" o dello spauracchio comunista e fascista.
Le istituzioini sono un bene di tutti, la loro forza è la forza dei cittadini e della libertà. Se le travolgiamo con comportamenti e linguaggi demonizzanti ci perderemo tutti.
Caro Eugenio,
Hai ragione, le istituzioni sono un bene di tutti anche se non tutti sono un bene per le istituzioni...
La mia allusione alla "questione morale" era volutamente eccessiva e provocataria, anche perchè non esistono, ad ora, i presupposti storici e sociali per un dibattito pubblico sereno; ma detto questo, credo che la giusta rotta vada presa prima che la nave coli a picco.
Se nel nostro paese il linguaggio politico è dettato dall'antipolitica - avvolte in maniera palesemente voluta - e dal disprezzo per qualsiasi buona regola, beh allora dobbiamo fermarci tutti, sia chi fa di tutto ciò la propria "ragione sociale" sia chi invece vuole contrastare questa deriva. In tanti altri paesi ciò non accade, e questo ci deve far riflettere!
Contro il populismo, le uniche armi sono il rigore morale, nel senso più ampio del termine ergo comportamenti "civili", e la lealtà e il rispetto di tutti, anche di se stessi.
Altro che la messa in scena della lega ,ieri, alla Camera dei Deputati...
Ciao, Luigi
Caro Eugenio voglio iniziare da dove concludi e cioè dalla la frase del berlusca sulle tasse. Gli Italiani all` estero (scritto volontariamente con la I maiuscola) le tasse le pagano eccome, contribuiscono civilmente e responsabilmente alla crescita del paese dove risiedono, sono consapevoli di quello che fanno e del perché lo fanno, amano l` Italia, quando proprio da lei troppo spesso sono dimenticati, e da molti poco ascoltati.
Quanto all` immagine, e` meglio che... lasciamo perdere, dell` irresponsabilità di questi personaggi non se ne può proprio più.
Guardate che l` emigrazione italiana e` di lunga data, e non tutti erano operai, ci sono stati banchieri e altro ancora... Molta e` stata la gente che ha sofferto per dare una immagine seria di noi italiani, diversa della simpatica descrizione che ci hanno appioppato "pizza spaghetti e mandolino" e che a tuttora ci sta un po stretta, e che spesso sopportiamo, la nostra immagine e' quella di gente seria affidabile, che sa vivere, e lavorare, di gente che pure nella sfortuna e` stata spesso esempio di semplicità, di correttezza nel vivere, immagine che ci ha portato non senza sofferenza sul podio dei bravi, di quella " Brava gente" che siamo, ciò che ci e` stato cucito addosso non lo e` stato per nulla. Ora ecco che proprio da chi ci dovrebbe rappresentare avviene un fatto strano, non si ricorda di come eravamo, (il berlusca, e molti come lui non hanno mai dovuto emigrare) gente dello spago alle valigie di cartone, quelli che volevano una vita diversa perché erano giovani, e che non sempre scappavano per fame, quelli che volevano vivere in un mondo migliore di quello che avevano. Quelli che ora vecchi vivono di ricordi e domandano di essere considerati ancora, di non essere dimenticati perché improduttivi, quelli che vorrebbero gentilmente essere rispettati anche nella loro immagine.
Ad ogni modo questa e` stata la loro espressione, in conclusione:
Da gente cosi non ci dovremmo aspettare poi nulla di buono, di altruista di generoso...meglio non dargli troppa importanza e considerazione, meglio ancora sarebbe non cadere nel loro tranello.
L' ottimale non votarli e questo e` successo .
Elio V senza valigia di cartone ma con lo zaino Invicta
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