mercoledì 21 novembre 2007

Ancora su Rino

Dopo la fiction della Rai erano venuti fuori alcuni elementi interessanti e nuovi su Rino Gaetano. A questo proposito ho risentito la sorella Anna, che dovrò risentire il 27 di questo mese. Oggi pomeriggio, invece, insieme a una mia amica giornalista, incontrerò un noto personaggio del periodo della Dolce vita romana che conosceva Rino Gaetano e con il quale parleremo di alcune particolari questioni che riguardano Rino, a cominciare dall'incidente dell'8 gennaio 1979 per finire con quello del 2 giugno 1981.
Quest'ultimo, era stato involontariamente quasi profetizzato nella nota canzone La ballata di Renzo di quasi un decennio antecedente la tragica notte romana. Il primo titolo che Rino aveva dato alla ballata è Quando Renzo morì io ero al bar. Un titolo che sottolineava l'imprevedibilità della vita, la casualità delle cose, il procedere incessante e quasi normale della vita di chi resta. Doveva essere la canzone di esordio ed era già stato fatto un provino con la Bell Disc, ma l'esito non è stato quello della pubblicazione.
Il pezzo era infatti troppo forte, una denuncia vibrata per una morte assurda. Si apriva con questi versi:

...Renzo uscì, andò lungo quella strada
e una Ferrari contro di lui si schiantò.

Comincia poi l'iter verso tre ospedali che lo rifiutano per i motivi più assurdi:
Il San Camillo "non l'accettarono forse per l'orario", il S. Giovanni "non lo vollero per lo sciopero" e il Policlinico "lo si mandò via perché mancava il vicecapo".
Mentre si consumava la tragedia della transumanza da un ospedale all'altro il ritornello della canzone parla degli amici al bar:

quando Renzo morì io ero al bar
al bar con gli amici...
bevevo un caffé...

Nella canzone Renzo non trovò posto nemmeno al Verano, mentre Rino lo trovò solo dopo aver stazinoato per qualche tempo nel cimitero di Mentana da dove fu poi tasferito al Verano, appunto, solo grazie all'interessamento di alcuni amici.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Nella tragicità di questi versi è comunque presente il suo modo irriverente di ironizzare e castigare l'italietta del tempo e i suoi malfunzionamenti. inoltre mi sembra di cogliere anche un riferimento polemico e di classe tra chi gira in ferrari e i poveri cristi, che in questo caso sono i vari renzo che muoiono.

Anonimo ha detto...

E' davvero un pezzo agghiacciante se si pensa alla sua morte. Se poi mi dici che doveva essere il suo pezzo d'esordio, mi viene da pensare che ci sia stato davvero un disegno superiore sulla sua vita.

Anonimo ha detto...

Ma il testo intero non ce l'hai?
Ciao
Fr.

Anonimo ha detto...

@marco: concordo.

@alelondon73: già, ma non riesco proprio a crederlo.

@francesca: si, ma non lo pubblico per problemi di diritti d'autore. E' per questo, infatti, che non si trova da nessuna parte. Comunque non dispero di avere, prima o poi, l'autorizzazione.

Anonimo ha detto...

Ma puoi inviarmelo via mail?

Anonimo ha detto...

@andrea: cosa, il testo integrale di "La ballata di Renzo"?