venerdì 28 marzo 2008

A Toronto tra politica, calcio, cultura e soppressate

L'iniziativa di Toronto del 26 si è tenuta in un centro italiano nel quale una sesantina di persone giorcava a carte esattamente come in Italia: scopa, briscola e tressette. Era una platea prevalentemente di anziani, per la quale l'accento degli interventi, mio e del canididato alla Camera Mario Marra, è caduto sulle questioni dell'assistenza e delle pensioni.
Ma più che dell'iniziativa, a Toronto sono stato colpito da altre cose. Ad esempio l'eccellenza del Columbus Centre, una struttura nata grazie al lavoro della comunità italiana e dedicata al multiculturalismo. Un centro nel quale le più amate eccellenze italiane all'estero - cultura, arte, cucina, sport - si fondono perfettamente in un'armonica miscela che attrae anche moltissimi non italiani e che rende vivo e in continuo movimento il nostro pasato artistico e letterario. Un luogo che contiene un campus, un casa di riposo, uno spazio per le mostre, biblioteche, palestre, un centro sportivo, una scuola di danza, di cucina, di lingua e cultura italiana. Da qui sono passati Andreotti, Cossiga, Scalfaro, Chiti e molti altri ancora, ognuno dei quali ha lasciato un segno e un omaggio dal grande valore artistico: Chiti, ad esempio, ha regalato una mostra di opere su Pinochio degli ultimi cento anni.

Nel centro sportivo del Columbus Centre, poi, si è allenato in due diverse occasioni anche il Milan di Sacchi, di passaggio da Toronto per importanti impegni calcistici internazionali.
Un ente, insomma, orgoglio della comunità italiana in Canada, nel quale i luoghi e le attività sportive, insieme al ristorante, sono a pagamento e i cui ricavi servono per finanziare le attività culturali dirette da Alberto Di Giovanni, naturalmente nel massimo della trasparenza dei bilanci, che sono pubblici.
Al Columbus Centre, poi, giganteggia la foto della più grande manifestazione popolare mai svoltasi in Canada, una manifestazione di italiani entrata prepotentemente e pacificamente nella storia di quel Paese: le 500.000 mila persone che hanno sfilato spontaneamente per le vie di Toronto quando l'Italia ha vinto i mondiali del 1982 in Spagna. Ma questa manifestazione, poi, è stata superata per numero di partecipanti da un'altra lo scorso anno, quando 600.000 mila italiani hanno sfilato per la vittoria dell'Italia ai mondiali del 2006 in Germania. Qui, infatti, il calcio è una cosa seria: è di Toronto il più grande club del mondo della Juventus e si avvicina a questo record anche quello dell'Iter.

Un'altra cosa eccezionale qui a Toronto è quella di vedere come tutta la comunità italiana faccia ancora in casa le provviste. A casa del candidato Mario Marra, di San giovanni in Fiore (CS), ho potuto mangiare le specialità dei miei luoghi che prepara la moglie: le salsicce e soppressate, il prosciutto di maiale, le olive salate, i peperoni arrosto, i funghi rositi raccolti in Canada, i porcini sott'olio, il capocollo e persino il sanguinaccio, di cui avevo persino dimenticato il sapore. Anche il sanguinaccio la signora Marra fa in casa, dopo che Mario le ha procurato il sangue di maiale presso qualche macello locale. La cena è stata accompagnata dal vino che Mario e la moglie fano in casa e chiusa dalla Pitta mpigliata e dal vino cotto, anch'essi rigorosamente in casa, of course.

A fine cena la digestione è stata agevolata dall'adrenalina procuratami passeggiando su una lastra di vetro sospesa nel vuoto a quasi 400 metri di altezza (foto a lato), sulla CN Tower di cui spesso Beppe Grillo ha parlato nei suoi spettacoli. Il punto di osservazione più alto del mondo, a 447 metri (foto in alto), dove è stato costruito un ristorante girevole con vista sulla città e sul lago Ontario e un pavimento in vetro che spezza il fiato a chi vi cammina sopra guardando il vuoto.
Ieri sera, poi, ero già a Città del Messico con il nostro deputato del Nord America, Gino Bucchino, con Emilia Vitale, Marina Piazzi e altri amici e compagni locali con i quali abbiamo cenato insieme e in compagnia dell'Ambasciatore Felice Scauso in un'amabile serata messicana che, con i suoi 34 gradi circa, mi ha ristorato del freddo incamerato a Toronto fino alla mattina di ieri, e dove la temperatura era sotto lo zero.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Conosco a memoria lo spettacolo di Grillo e quando ho sentito del pavimento di vetro sono rimasta scioccata. vederlo adesso in foto con te sopra mi fa venire le vertigini. che si prova?
baci.
Fr.

Stregazelda ha detto...

insomma non hai fatto altro che magnà...scherzo, ovviamente, so quanta passione metti nel tuo lavoro...la foto in effetti fa impressione, l'inquadratura rende molto bene l'effetto. Bravo!

Eugenio Marino ha detto...

@francecsa: è difficile da descrivere la sensazione. Un senso di blocco, per cui non riesi a camminare; un formicolio alle caviglie e il bisogno di muoversi il meno possibile, anche se quei vetri sopportano il peso di 14 rinoceronti. Inoltre ti pare di camminare nel vuoto.
@stregazelda: sto mangiando poco, naturalmente. Ma la la foto non è mia, non avevo la macchina fotografica. E' una foto che ho preso su internet. Ma è esattamente come l'avrei fatta io e con la stessa vista dei piedi e del vuoto.

Anonimo ha detto...

...sei andato anche in Messico, e qui in Sudamerica...?
FABIO

Eugenio Marino ha detto...

@fabio: in Sud America sono di casa però, come ben sai, ci vengo solo quando mi invitate. Questa volta non l'avete fatto. Come mai?