lunedì 25 maggio 2015

"E una risata spezzata, e mille ricordi, e nemmeno un rimpianto"

Ho sempre saputo cosa pensasse perché era sincero. E gli piaceva conoscere il mio giudizio, farsi “spiegare” da me alcune cose. Non perché non le capisse, ma perché aveva vera stima e per vederle da una posizione molto diversa dalla sua. Nei suoi confronti non ha senso dire che se n’è andato troppo presto: per uno come lui anche andarsene a cent’anni sarebbe stato prematuro. Morto lui, muore quella rara e delicata cortesia della piccola comunità, muore una musica mai studiata..., ma da sempre conosciuta, mai imparata ma da sempre vissuta e condivisa.

Ciò che Lee Masters ispirò a De Andrè quanto cantava del suonatore Jones, lui lo trasmetteva a me, senza che mai glielo avessi detto. La mia gioia stava in quel vortice calmo di umanità, di cordialità, di sincerità e intelligenza. Stare con lui era come parlare con la storia quotidiana di un paesino, come ascoltare la musica del tuo popolo.

Piaceva a tutti. Ma non era per tutti, non era per tutte le stagioni. Con lui ho capito cos’era l’arte, la genialità, la passione in un paese, senza che mi spiegasse la musica, senza che parlasse di Leonardo, senza che piangesse per qualcuno.
Le note erano dentro di lui come i numeri dentro Majorana, il mare dentro Colombo, il volo dentro Baracca.

Mah, che dono l’arte, la delicatezza e l’umanità dentro la medesima, umile persona, anche nel viso, come Berlinguer, che gli piaceva tanto.
Ora le sue mani non corrono più su una teoria di bianconeri che trascinava gli amici. Stanno ferme nell’angusto, silenzioso e definitivo spazio buio che lo circonda. Se fosse vero, come dice quell’artista, che siamo poco o che non siamo niente, beh, lui quel poco lo ha fatto diventare tanto, lasciando in una piccola comunità un ricordo più grande della comunità stessa.

Adesso molti dicono che non lo scorderanno. Io invece lo scorderò subito. Perché mi sarebbe troppo difficile ricordare. O almeno vorrei scordarlo subito. Ma forse non ci riuscirò. Anzi, penso che ogni giorno d’estate che passerò seduto nel giardino di casa, ci sarà un motivo per ricordarmi di lui.

Ha fatto più miracoli la sua semplicità, che l’agostana santità del suo patrono.