mercoledì 17 giugno 2009

Alcuni cittadini sono diseguali davanti al Governo... quelli all'estero

Art. 3 della Costituzione italiana:
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge [...]. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini [...]"...

Il Senato ha approvato lo scorso mese di maggio il decreto sulla ricostruzione in Abruzzo, ora al vaglio della Camera dei Deputati, che prevede aiuti per la ricostruzione a chi ha visto la propria casa colpita dal terremoto.
I parlamentari del PD alla Camera hanno introdotto un emendamento che estende il diritto ai contributi per la ricostruzione anche ai residenti all’estero che hanno casa in quella regione e per la quale pagano l'ICI (tra l'altro unici italiani a pagare ancora questa imposta...).
Governo e maggioranza hanno detto di no all'emendamento, "nonostante la grande e forte opera di solidarietà di cui le comunità italiane nel mondo sono protagoniste", come ha ricordato l'on. Marco Fedi.

Si continua, dunque, da parte della maggioranza e del Governo, a fare una ingiustificata e dannosa distinzine tra cittadini in Italia e cittadini all'estero, violando un sacro principio costituzionale.
In questo caso, poi, al danno della mancanza di contributi per la ricostruzione, si aggiunge la beffa di dover pagare l'Imposta Comunle sugli Immobili che nessun altro cittadino paga.
Insomma, pare proprio che per questo Governo essere cittadino all'estero sia una malattia da debellare. Sembra che questi "cittadini di serie B" siano un peso da scrollarsi da dosso, un fastidio di cui liberarsi, dei mendicanti da liquidare voltandogli le spalle.