mercoledì 27 giugno 2007

D'Alema, Veltroni e la modernizzazione dell'Italia

D’Alema e Fassino hanno sostenuto la candidatura di Veltroni a segretario del PD, che sarà annunciata oggi a Torino dallo stesso Veltroni. Alcuni osservatori la considerano una scelta obbligata sia del Ministro degli Esteri che del segretario dei DS.
Gli stessi osservatori considerano questa scelta di D’Alema la fine del dalemismo e della parabola politica del Presidente dei DS. Eppure, se per dalemismo si intendono le intuizioni politiche di D’Alema e la sua visione della politica e del Paese, dobbiamo riscontrare che nell’agenda politica italiana (e naturalmente del PD) il dalemismo è attualissimo. Lo scrive oggi stesso su Repubblica Massimo Giannini:

Il dalemismo è più attuale che mai. Ci sono intuizioni che restano. Le regole della Bicamerale, dal premier eletto dal popolo al doppio turno alla francese alla riduzione dei parlamentari, sono oggi il cardine intorno al quale ruota il dibattito sulle riforme. Il discorso di Gargonza, la necessità di sfondare al centro e andare ‘oltre la Sinistra’ e il suo vecchio insediamento sociale, sono oggi il cuore della disputa sul riformismo. La sfida alla Sinistra radicale e sindacale, dalla riscrittura del Welfare all’opportunità di non giocare solo in difesa la partita dei diritti agitando il contratto di lavoro davanti alle fabbriche (come disse a Cofferati al congresso dell’Eur del ‘97) resta oggi il tema-chiave del confronto sulla modernizzazione del Paese. Lo stesso progetto del Partito democratico, nato 5 anni fa da un faccia a faccia con Prodi, resta oggi l’unica speranza per un centrosinistra maggioritario, che aspira a riunire la cultura laica e cattolica dopo il crollo di tutti i Muri. Massimo ha individuato per primo questi nodi, ma non ha avuto la forza di scioglierli. Oggi tocca a Walter provarci. E qui, al di là di tutti i mal di pancia, sta anche un altro merito di D’Alema: per quanto obbligato, il suo via libera evita la lotta intestina, esiziale per la Sinistra e mortale per il Partito democratico”.

Personalmente condivido le parole di Giannini e aggiungo che il merito è anche di Fassino. Resta da vedere, ora, se con Veltroni il PD e il centrosinistra saranno in grado di sciogliere questi importanti nodi della politica italiana. Spero proprio di si, poiché è in questo campo che si gioca la partita del futuro della Sinistra e della modernizzazione del Paese. Intanto, però, cosa ne sarà di D’Alema e dello stesso segretario Fassino, che in cinque anni durissimi ha guidato generosamente i DS dalla fase del minimo storico alla sconfitta di Berlusconi e alla riconquista del Governo, senza risparmiarsi mai e spesso costringendo i DS a notevoli sacrifici per il bene dell’intero centrosinistra e dell’attuale Governo? Quale sarà, o dovrà essere, il loro ruolo nella nuova fase che si apre nel PD, nel centrosinistra e nella politica italiana?

Intanto, più di 180.000 persone si sono espresse su Repubblica online su quelli che dovrebbero essere i punti principali dell'intervento di Veltroni oggi a Torino. Le prime tre priorità, che condivido pienamente, sono "Sostegno a ceti deboli, giovani e precari", "Laicità dello Stato", "Rilancio della Sinistra".

lunedì 25 giugno 2007

Vite

Ieri, mentre tornavo a Roma in macchina, ascoltavo Guccini. Mi è venuto in mente che quest'anno, contrariamente agli anni passati, non ho scritto niente per ricordarne il compleanno che cade a giugno: né per il sito per cui recensivo dischi, né per le agenzie con le quali in passato collaboravo. Vorrà dire che mi limiterò a fargli gli auguri da queste pagine. Lo farò con il testo di una canzona che ritengo appropriata all'occasione, estendendone la dedica a mio padre, anche lui nato a giugno, precisamente il 15 giugno del 1950: una data simbolica, che spacca esattamente a metà il Novecento (metà del mese, metà dell'anno, metà del secolo). Ma voglio dedicarla anche a Marcella, che ritrovo molto nei versi della canzone che ho scelto.
E sperando di non essere invadente, voglio dedicarla anche a Dioniso e Zucchero, poiché immagino che avranno da identificarsi anche loro in molti versi.

E' una canzone che a me piace molto. La trovo profonda e delicata, adatta a chi si interroga sul fascino della vita e a chi la vita non basta mai, a chi la cerca in altre vite facendole sue, a chi da piccoli segni, tratti o cose, cerca la vita di altri. A chi, infine, cerca in quelli che sono stati, l'origine di se stessi e in quelli che verranno un senso alla vita propria.
Spero davvero che la conosciate e che vi piaccia.

Vite
Mi affascina il mistero delle vite che si dipanano lungo la scacchiera
di giorni e strade, foto scolorite, memoria di vent’anni o di una sera
e mi coinvolge l’eterno gocciolare del tempo sopra il viso di un passante
e il chiedermi se nei suoi tratti appare l’insulto di una morte o di un’amante,
la rete misteriosa dei rapporti che lega coi suoi fili evanescenti
la giostra eterna di ragioni o torti il rintocco scaglioso dei momenti,
il mondo visto con occhi asfaltati rincorrendo il balletto delle ore
noi che sappiamo dove siamo nati, ma non sapremo mai dove si muore...

Mi piace rovistare nei ricordi di altre persone, inverni o primavere,
per perdere o trovare dei raccordi nell’apparente caos di un rigattiere:
quadri per cui qualcuno è stato in posa, un cannocchiale che ha guardato un punto,
un mappamondo, due bijou, una rosa, ciarpame un tempo bello e ora consunto,
pensare chi può averli adoperati, cercare una risposta alla sciarada
del perché sono stati abbandonati come un cane lasciato sulla strada,
oggetti che qualcuno ha forse amato ora giacciono lì, senza un padrone,
senza funzione, senza storia o stato, nell’intreccio di caso o di ragione...

E la mia vita cade in altra vita ed io mi sento solamente un punto
lungo la retta lucida e infinita di un meccanismo immobile e presunto.
Tu sei quelli che son venuti prima che in parte hai conosciuto
e quelli dopo che non conoscerai, come una rima vibrante e bella, però senza scopo.
E’ inutile cercare una risposta, sai che non ce ne sono e allora tenti
un bussare distratto a quella porta che si schiude soltanto ai sentimenti.
Non saprai e non sai questo dolore che vagli fra le maglie di un tuo cribro
svanisce un po’ nel contemplare un fiore, si scorda fra le pagine di un libro...

Perché non si fa a meno di altre vite, anche rubate a pagine che sfogli,
oziosamente e ambiguo le hai assorbite da fantasmi inventati che tu spogli
rivestendoti in loro piano piano come se ti scoprissi in uno specchio
L’Uomo a Dublino, o l'ultimo Mohicano che ai venticinque si sentiva vecchio
e percorriamo strade non più usate figurando chi un giorno ci passava
e scrutiamo le case abbandonate chiedendoci che vita le abitava,
perché la nostra è sufficiente appena, ne mescoliamo inconsciamente il senso,
siamo gli attori ingenui su una scena d'un palcoscenico misterioso e immenso...