sabato 10 febbraio 2007

Ed ecco Lula

Solo per dirvi che alla fine della festa... sono riuscito a incontrare il mitico Presidnete Lula, dopo che aveva tenuto un discorso di un'ora. All'inizio gli avevano preparato 47 pagine di intervento e, quando le ha viste, ha detto che erano troppe e che, per farci mangiare (erano le 10:00 di sera) avrebbe paralto a braccio. La cosa non e' migliorata di molto, dato che ha parlato fino alle 11:00, sfinendosi lui stesso.
P.S. L'occhietto che vedete sulla destra e' quello di Fabio Porta, a cui Francesca ha tagliato la testa concentrandosi su Lula e me. Puo' anche darsi che per questo sara' Fabio, adesso, a tagliare la testa a Francesca.

Dall'integrazione dell'America Latina alla consegna dei diplomi per i ragazzi delle favelas

Si sono aperti oggi i lavori del seminario internazionale del PT. Il tema principale della discussione e’ stato quello delle evoluzioni democratiche avvenute negli ultimi anni in questa parte del mondo e l’esigenza di una sempre piu’ forte coesione e integrazione politica dell’America Latina attraverso il Mercosud o la Conferenza sudamericana delle nazioni.
Come delegazione DS siamo stati accolti e presentati molto calorosamente e abbiamo ribadito il grande interesse che abbiamo per queste evoluzioni e per questa area del pianeta, anche per l’enorme numero di nostri connazionali che qui risiedono. Abbiamo, inoltre, parlato con Marco Aurelio Garcia, Vice presidente nazionale del PT e, a nome del partito, lo abbiamo invitato al nostro congresso nazionale di Firenze ad aprile. Garcia si e’ detto molto contento dell’invito e intenzionato a partecipare (anche perche’ sarebbe contentissimo di vedere Firenze, che ama molto e che non ha mai visto).

Nel pomeriggio sono stato chiamato a consegnare 20 diplomi ad altrettanti ragazzi delle favelas (che visitero' nei prossimi giorni con le dovute precauzioni: le scorte locali che conoscono il territorio e sanno come muoversi per evitare di lasciarci la pelle) che hanno concluso un corso per la lavorazione della ceramica che rientra in un progetto di cooperazione allo sviluppo: avreste dovuto vedere le loro facce. Ragazzi sottratti alla strada, alla delinquenza e allo sfruttamento e ai quali e’ stata data l’opportunita’ di avere una formazione, un mestiere e la possibilita’ di un lavoro. Tutto questo grazie alla generosita’ del nostro Paese: c’è sempre un motivo per essere orgogliosi dell’Italia.Questa sera alle 21:00 (in Italia e’ gia’ notte, ma qui sono le 19:00) ci sara’ la cena con il Presidente Lula, al quale portero’ i saluti del partito, e domani avro’ gli incontri bilaterali con esponenti politici e istituzionali del Messico e dell’Argentina.

P.S. Prometto che rispondero' ai vostri commenti appena avro' un po' di tempo in piu'

giovedì 8 febbraio 2007

Alla scoperta della Merica

E´cominciata oggi in Brasile la mia missione di 10 giorni in America Latina, anche se ufficialmente i lavori inizieranno ufficialmente solo domattina.
Appena sceso dall`aereo a San Paolo, il primo giornale che ho visto leggere a un brasiliano e´ stato un giornale sportivo, Vem Timao (che dovrebbe significare Senza timore). Il titolo era, invece, dedicato all'Italia del calcio: Rigor Italia tardivo (cioe' Il rigore dell'Italia e' arrivato tardi). Naturalmente si riferiva alla sospensione dei campionati e alle misure di rigore che si stanno decidendo. La cosa, nel Paese della Torcida, di Pele', Falcao, Zico, Ronaldo ecc. ecc. mi ha un po' ferito, perche' qui il calcio e' una festa sacra e una speranza che ognuno venera, mentre in Italia lo hanno violato. Ma la cosa che mi ferirebbe di piu', date le pressioni di chi in questi giorni vuole ricominciare come se nulla fosse successo e annacquando il "rigore", sarebbe se prima di partire dovessi leggere un altro titolo del tipo: "Rigor Italia solito carnival", che suonerebbe un po' come da noi "Tutto e' finito a tarallucci e vino".
Per il resto, nel pomeriggio a Salvador de Bahia ho avuto il tempo di vedere (naturalmente solo dalla macchina che ci ha prelevato in aeroporto) le favelas. Poi, in uno splendido hotel sull'oceano, ho potuto smaltire le 13 ore di volo con un lungo bagno in piscina e un rilassante massaggio. A massaggiarmi una di quelle bellezze brasiliane che si vedono in TV: fisico asciutto e slanciato, pelle vellutata e scura, occhi e capelli nerissimi. Peccato, aveva un solo difetto: era un uomo... ma non fraintendete.

lunedì 5 febbraio 2007

Un calcio al morto... E Matarrese minimizza

Nel giro di circa un mese il calcio italiano ha messo fine alla vita di almeno un paio di persone. Le morti, entrambe per stupida e folle violenza, sono avvenute sia nel campionato di massima serie, con il poliziotto di Catania, sia in quello di terza categoria, con il dirigente di una squadretta in provincia di Cosenza. Ma si può morire per una partita di terza categoria? Le reazioni sono state, almeno per una volta, esemplari, come esemplare dovrebbe essere l'ennesima morte di un uomo: la sospensione a tempo indeterminato di tutti i campionati.

Erano almeno 10 anni che da più parti si invocava un atto clamoroso.
Vi ricordate la morte di Vincenzo Spagnolo, il tifoso del genoa ucciso 12 anni fa con una coltellata da un tifoso del Milan? Non successe niente.
E Antonino Currò, il tifoso del Messina colpito a morte da una bomba carta lanciata da un supporter catanese il 17 giugno del 2001? Nemmeno in quel caso successe niente.
Di esempi ce ne sono ancora molti, ma ve li risparmio.
Questa volta si è sentito, finalmente, il bisogno di fermarsi a riflettere. Ma dai vertici della Lega Calcio, oggi ci sono state dichiarazioni vergognose da parte del suo Presidente. Matarrese, infatti, ha definito "Esaltati e irresponsabili" coloro che chiedono che il calcio si fermi (esaltati e irresponsabili loro?). Ha sostenuto che "lo spettacolo deve continuare". E a chi gli faceva notare che c'è stato l'ennesimo morto ha risposto che "i morti del sistema calcistico purtroppo fanno parte di questo grandissimo movimento" e ha poi aggiunto che non si deve tirare "troppo la corda, perché il gioco del calcio è talmente delicato che può fermarsi solo un attimo per le giuste riflessioni. Se qualcuno pensa di dare una lezione, di dare un esempio forte, allora si rischia di rompere il giocattolo. Chi dice non giochiamo più, chiudiamo gli stadi, stiamo un anno fermi, ho l'impressione che sia un po' esaltato e anche un po' irresponsabile" (Sic!). Ha poi concluso dicendo che "il calcio non si deve mai chiudere. E' la regola principale: questa è un'industria che paga i suoi prezzi". Dunque, secondo Matarrese, il calcio è un'industria, i morti ne fanno parte e non contano...

Ma per una volta, sembra che sia il mondo politico che quello sportivo non gli daranno retta, tanto che CONI e mondo politico hanno reagito duramente.
Dalla maggiornaza il Presidente del Consiglio Prodi ha bollato come "una posizione folle" le dichiarazioni di Matarrese. I rappresentanti dei DS e del Prc, Paola Concia e Ferraro, ne hanno chiesto le dimissioni. Stessa cosa ha fatto l'esponente di An Enzo Fragalà che ha detto "si dimetta al più presto", mentre Roberto Calderoli della Lega Nord ha definito "farneticanti" la parole del presidente di Lega. Il CONI, inoltre, sembra intenzionato a deferire Matarrese. Che qualcosa stia cambiando davvero?