sabato 28 luglio 2007

Santa Cruz-Podgorica via Roma

Al ritorno dall'America Latina erano già pronti sulla mia scrivania i biglietti aerei Roma-Podgorica, nella neonata Repubblica democratica del Montenegro, dove si è tenuto, alla presenza di Luis Ayala, Segretario generale dell'Internazionale Socialista, il VI Congresso nazionale dei Socialdemocratici montenegrini, a cui ho partecipato con piacere e interesse, in rappresentanza dei Democratici di Sinistra italiani e in qualità di invitato.
I Socialdemocratici rappresentano in Montenegro un partito autenticamente socialdemocratico, che persegue gli ideali di pace, integrazione multietnica e multireligiosa sia interna che internazionale, lo sviluppo sostenibile ed ecocompatibile, la crescita economica attraverso un piano di riforme e consolidamento delle istituzioni e attraverso un processo di privatizzazioni a cui corrisponda un'equa ridistribuzione della ricchezza. Nell'SDP sono convinti che tutto ciò vada fatto nell'ambito dell'integrazione europea e stanno percorrendo tutte le tappe imposte agli aspiranti per entrare prima possibile, a tutti gli effetti, nell'Unione europea (adottano già l'euro come moneta locale).
Questi principi sono stati ribaditi oggi, nella relazione di apertura del Congresso, dal presidente dell'SDP, secondo il quale occorre, oggi più che mai, accellerare in questa direzione per rafforzare la democrazia, la giustizia e l'accesso di tutti alla sfera dei diritti e per poter entrare prima possibile nell'UE.

Grazie a questa politica, i Socialdemocratici sono oggi un partito di governo, anche se piccolo, in una coalizione a due con un altro partito socialdemocrtatico, il DSP.
Grazie a questa politica, il Montenegro è divenuto una realtà concreta di come si possa raggiungere l'autonomia e l'indipendenza in maniera pacifica e democratica e allo stesso tempo rappresenta una speranza di pace, democrazia e stabilizzzazione nell'area balcanica, a cui molti guardano con interesse. Questo piccolo Paese, infatti, ha ottenuto l'indipendenza dalla Serbia con un processo democratico pacifico e con una consultazione referendaria solo un anno fa, nel giugno 2006, e subito è stato riconosciuto quale Stato sovrano.
I problemi che ha ancora aperti, però, sono molti e di grande rilevanza interna e internazionale: il riciclaggio di denaro sporco, il commercio delle armi, la tratta di esseri umani e l'emigrazione clandestina, la giustizia interna. Sono problemi per i quali l'attenzione internazionale deve rimanere alta e per i quali ogni Paese democratico deve impegnarsi, anche attraverso investimenti in loco: così si contribuisce alla crescita politica, economica e alla redistribuzione di reddito tra le classi deboli e si sottrae manodopera e terreno fertile alla criminalità organizzata.
E' una sfida importante, ma le premesse e i seganli che giungono da Podgorica sembrano dirci che può essere vinta: in tutto questo la socialdemocrazia ha già fatto molto, ma può e deve fare ancora di più.

giovedì 26 luglio 2007

La Bolivia di Padre Tarcisio Ciabatti

Si è concluso il mio viaggio in America Latina con gli incontri di Santa Cruz, in Bolivia. In questo Paese la comunità italiana non è molto numerosa, ma in compenso è poco aggregata, soprattutto dopo alcuni spiacevoli eventi di cronaca di qualche anno fa che hanno visto coinvolti proprio degli italiani.
Qui, dunque, il Partito Democratico può essere in questo Paese proprio quello strumento capace di aggregare e motivare la comunità italiana per sviluppare la partecipazione sociale, culturale e politica. Per far questo si stanno mobilitando un gruppo di giovani tra i trenta e i quaranta anni di recente emigrazione e con la voglia di fare politica e partecipare al processo di formazione del PD, a cominciare dalle primarie di ottobre e dall’allestimento di un seggio a Santa Cruz.

La Bolivia oggi vive una fase politica complessa, ma allo stesso tempo di positivo cambiamento e i nostri connazionali guardano a tutto ciò con interesse e speranza. Per questo vogliono intensificare i rapporti e le relazioni di amicizia, culturali, economiche e politiche con l’Italia, soprattutto attraverso l’azione del Partito Democratico in Italia e in loco.

Nella giornata di domenica, insieme a Franco Di Renzo e Fabio Porta, siamo andati a visitare la Missione francescana di Padre Tarcisio Ciabatti e la sua scuola di Tekove Katu. Questo religioso, persona squisita, colta e di grande semplicità, vive in Bolivia da 31 anni, aiutando gli indigeni guaranìes in una campagna, una delle più povere del Paese, dove solo pochi anni fa è arrivata l'acqua corrente e la strada asfaltata tra Bolivia e Argentina. Nella sua missione, grazie ai contributi racolti con la beneficenza, ai progetti delle Ong e all'aiuto di qualche istituzione italiana, ha creato una scula di salute pubblica per far fronte alla necessità di un'assistenza sanitaria di base per i popoli nativi. Un impegno, dunque, che passa attraverso la formazione di personale adeguato per rafforzare servizi di salute, anche in conformità alla cultura indigena e incentivando la ricerca scientifica.

La regione Guaranì, infatti, presenta problemi di salute tali da renderla un'area ad elevato rischio. In questo senso la formazione di risorse umane è uno dei compiti principali dell'APG (Assemblea del Popolo Guaranì), del Convenio de Salud Vicariato di Camiri e della Scuola Tecnica di Salute Tekove Katu.

Questa regione della Bolivia è una delle più povere a causa dello sfruttamento subito per le sue risorse e dimenticata poi nei vari piani di sviluppo.
L'indice di mortalità infantile è molto alto, la popolazione soffre di malattie endemiche come la tubercolosi, la malaria, il colera, il chagas e altre malattie legate alle condizioni di indigenza.

In questa situazione la scuola di padre Ciabatti forma personale capace di partecipare al miglioramento della prevenzione e dell'assistenza sanitaria con corsi di ausiliare di infermeria e tecnico in salute ambientale, aperti esclusivamente a guaranies, weehnayek e altri giovani indigeni che arrivano da zone rurali dell'Oriente boliviano ed eletti dalle loro comunità.

Considero dunque molto positiva e formativa - anche a livello umano - questa visita alla missione: sarebbe bello poter lavorare affinché le scuole italiane (dove si forma la società del futuro) organizzassero visite in posti del genere.

Per chi volesse capire meglio di che si tratta o contribuire in qualche modo al sostentamento della missione di Padre Tarcisio Ciabatti può visitare il sito Scuola di pubblica salute Tekove Katu

Nella missione svolgono opera di volontariato giovani italiani che restano in loco per alcuni mesi o addirittura alcuni anni.

domenica 22 luglio 2007

Un salto a Salta: la risorsa dei giovani

La tappa successiva a Cordoba e' stata Salta, la provincia a Nord dell'Argentina al confine con la Bolivia. Un luogo affascinante per molti aspetti e culturalmente vivace. Qui ho trovato un grande entusiamo tra i giovani italiani verso il Partito Democratico e tanta voglia di collaborazione con l'Italia, soprattutto per gli aspetti culturali appunto. Un gruppo molto valido nel quale si distinguono le donne, presenza sempre carente in politica, ma che qui a Salta e' di ottimo livello culturale e rappresenta, insieme agli altri giovani, una risorsa. Un gruppo che guarda all'Italia e al Partito Democratico con rinnovata fiducia e voglia di partecipazione politica, a cominciare dalle primarie di ottobre che su terranno anche in questa zona dell'Argentina.
Con alcuni di questi giovani, responsabili locali dei DS, abbiamo incontrato rappresentanti delle istituzioni locali entusiasti di stringere rapporti più solidi e organici sia con la comunità italiana che con l'Italia.

Giovedi' scorso, infatti, abbiamo incontrato Sergio Camacho, Ministro della produzione e sviluppo del Governo di Salta, con il quale abbiamo a lungo discusso delle potenzialità economiche che si aprono nella regione nell'ambito del Mercosud e delle aree di confine di Argentina, Bolivia, Brasile, Cile e Perù. Con il Ministro Camacho si è fatta una riflessione su quale possa essere il ruolo della comunità italiana di Salta nel favorire relazioni con l'Italia e con tutti coloro che nel nostro Paese siano interessati a investire nell'area e nell'ambito del progetto del Corridoio Bioceanico. Camacho ci ha spiegato meglio di che si tratta: un esteso sistema di trasporti multimodali - circa 2.600 km di reti stradali, ferroviarie e fluviali (in questa zona i fiumi sono molti, lunghi e dall'abbondante portata, tanto da essere ben navigabili) - in un territorio di 3.600.000 kmq in cui vivono 30 milioni di persone. Un progetto mirante a sviluppare le comunicazioni, la connessione bioceanica e l'economia locale in quel tratto di territorio compreso tra l'Oceano Atlantico e quello Pacifico e nelle aree locali periferiche e di confine tra Argentina, Bolivia Cile, Peru' e Brasile.

In serata, invece, ho potuto assistere, anche se stanchissimo, a un concerto di musica classica dell'orchestra nazionale saltegna il cui pianista solista, orgoglio dell'orchestra e dell'intera Salta, e' italo-argentino. Dopo la sua performance, naturalmente, gli applausi si sono sprecati, tanto che l'artista si e' dovuto rimettere al piano per concedere un applauditissimo bis.

Inoltre venerdi' abbiamo incontrato il Presidente del consiglio comunale e la Responsabile per l'immigrazione del comune di Salta, la dottoressa Guadalupe Nunez Gomez. Con loro abbiamo affrontato i temi della mescolanza etnica nella provincia (davvero eccezionale, una ricchezza immensa) delle risorse culturali locali e delle potenzialità proprio nel campo culturale che Salta esprime. Qui, infatti, lo Stato sostiene e promuove ogni forma di attivita' culturale, anche come strumento per togliere i ragazzini dalla strada e far emergere potenzialita' e passioni che possano rappresentare per loro una opportunita' di vita.
Anche a Salta, cosi' come a Roma o in altre citta' europee, il Comune ha spostato le attivita' del mattatoio fuori dalla citta', recuperando al centro la vecchia sede e trasformandola in un luogo culturale in cui si fa musica, spettacolo e dove si allestiscono mostre. Sono rimasti molto sorpresi e felici quando ho detto che questa stessa operazione e' stata fatta, appunto, tempo fa anche a Roma. La cosa che li ha resi anche orgogliosi.

All'incontro erano presenti anche esponenti della comunita' friulana a Salta e insieme abbiamo deciso di sviluppare, insieme alla comunità italiana locale, un progetto di gemellaggio con un comune friulano - gia' in parte avviato - o altri eventuali comuni italiani interessati e di inserire l'italiano nei corsi di lingua gratuiti che il comune di Salta già organizza per gli immigrati di altre nazionalità e che vedevano fin qui escluso solo il nostro Paese.