mercoledì 9 aprile 2008

PDL, ovvero i magnifici 12 dell'armata Brancaleone

Ho letto ieri su l'Unità il bell'articolo del mio amico e conterraneo Nico Stumpo (Vice responsabile nazionale Organizzazione del PD) sul cambiamento che solo il PD può asicurare al Paese. Un articolo che mi ha molto colpito e che molti italiani all'estero si sono persi, mentre tutti gli italiani chiamati a votare in Italia il 13 e 14 aprile dovrebbero considerare. Dovrebbero considerarlo perché quell'articolo chiarisce una cosa che è passata molto sotto traccia. Mi riferisco al fatto che Nico palesa, come nessuno ha fatto in questa campagna elettorale, come solo il PD sia riuscito a semplificare davvero il panorama politico italiano e come solo il PD può assicurare, con questa semplificazione reale, una certa stabilità.
Al contrario, Nico evidenzia come la semplificazione politica a Destra non solo non vi sia stata, ma come Berlusconi abbia rimesso insieme una coalizione estremamente ampia ed eterogenea che molti non hanno avvertito e non avvertono e che contribuirà a creare instabiità anche in caso di una sua vittoria. Ma veniamo ai fatti che Nico evidenzia.
Il PD, ricorda Nico, è un unico partito alleato con l'IDV che dopo le elezioni confluirà nell'unico gruppo parlamentare del PD e si scioglierà nel partito stesso. Quindi dopo le elezioni, in caso di vittoria del PD, si avrà il Governo di un unico partito e del suo unico gruppo parlamentare. Ma volendo spaccare il capello, potremmo dire che il PD sarà l'unione del PD più l'IDV più un gruppetto di Radicali.

Di contro, però, con Berlusconi abbiamo già una coalizione di più di dieci partiti. E Nico spiega lucidamente e inconfutabilmente perché.
La coalizione che presenta Berlusconi è fatta dal PDL, che è l'unione di FI più AN, che non ha ancora deciso se e come fondersi realmente in un unico partito né ha avuto e sembra avere il consenso dei suoi militanti. Anzi si dice chiaramente che dopo le elezioni rimarranno due gruppi parlamentari distinti.
A questi due vanno aggiunti la DC di Rotondi e la DC di Pizza, il Partito dei Pensionati di Fatuzzo e il Nuovo PSI di Caldoro. I Popolari Liberali di Giovanardi e Azione Sociale di Alessandra Mussolini. Il partito dei falsi Italiani nel Mondo (che all'estero non esiste) di quel soggetto di De Gregorio e l'Unione Liberal Democratica di Dini. E gli "alleati" della Lega Nord e del Movimento per l'Autonomia di Lombardo. Con interessi opposti e indipendentisti.
Insomma, se vogliamo provare a farci un'idea almeno visiva delle parti in gioco e delle diverse posizioni che siederanno al tavolo di vertice del futuro Governo, potremo riprodurre il tutto al seguente schema:

Governo Veltroni: PD + IDV

Governo Berlusconi: FI + AN + DC ROTONDI + DC PIZZA + PdP + NUOVO PSI + PL + AS + InM + ULD + LEGA + MpA.

Come scrive Nico, "un'armate Brancaleone che quotidianamente dovrà fare i conti con i ricatti di tutti i piccoli e piccolissimi della coalizione".
Ecco, questo l'aspetto che più mi ha colpito dell'articolo di Nico, poiché spiega meglio di ogni ragionamento come il PD ha già cambiato la politica italiana nella direzione di una vera semplificazione che assicuri stabilità e come, invece, Berlusconi e il centrodestra vogliano conservare lo status quo attuale pur di garantirsi vittorie private, al prezzo di un'instabilità e ingovernabilità pubblica che non serve a nessuno.