giovedì 26 aprile 2007

PD all'estero, chi vivrà vedrà

Dopo il tour de force del Congresso e il meritato riposo del 25 aprile passato con Giuseppe, si torna a lavorare. Si sono chiusi i congressi di DS e Margherita e si è dato mandato di avviare una fase costituente per costruire il Partito Democratico, anche all'estero.
Per quello che ci riguarda la tre giorni fiorentina è stata molto proficua:
A. abbiamo portato a Firenze una delegazione di circa 70 persone tra invitati e delegati da tutto il mondo;
B. abbiamo tenuto una riunione di carattere generale di tutta la delegazione con il Presidente del partito Massimo D’Alema e con il Segretario Piero Fassino (cosa che penso non possa vantare nessuno, oltre gli ospiti dei partiti stranieri);
C. abbiamo fatto una riunione con le delegazioni dell'America Latina, una con quella di area anglofona, una con il regionale dei DS Europa e una con i consiglieri del CGIE dei DS e il Segretario generale Elio Carozza;
D. abbiamo presentato un documento specifico firmato dai responsabili dei DS all'estero, dai nostri parlamentari e da alcune personalità del mondo politico all'estero e dei partiti fratelli;
E. abbiamo avuto l'intervento in plenaria del segretario dei DS Europa, Michele Schiavone;
F. abbiamo avuto una buona copertura mediatica sia tra le agenzie specializzate che su Rai International;
Nell'incontro con D'Alema, il Presidente ha sottolineato come il percorso di costruzione del Partito Democratico venga guardato con interesse e apertura dalle forze del PSE e dell'Internazionale Socialista. "Anche all'estero", ha detto D'Alema, "il nostro partito è chiamato a proseguire e portare a compimento l'esperienza de l'Ulivo e quindi a mettere in campo le proprie forze per costruire un percorso aperto e democratico. L'esperimento italiano ha una proiezione che va oltre i confini del nostro Paese, e quindi è nostro compito far vivere la fase costituente anche nelle comunità italiane all'estero".
Anche il Segretario Fassino, nel suo saluto alla riunione, ha insistito sull'importanza della costruzione del "PD all'estero e sulla necessità che i nostri dirigenti siano il primo ponte con i concittadini nel mondo e con i partiti fratelli, ai quali far conoscere meglio l'importante percorso politico intrapreso in Italia". Adesso, dunque, comincia una fase di lavoro molto importante e difficile all'estero, nella quale sviluppare ulteriormente il rapporto politico con gli amici della Margherita e del mondo dell'associazionismo. Sapremo sfruttare al meglio, in maniera laica e progressista, l'opportunità che la storia ci affida? Chi vivrà vedrà...