lunedì 13 luglio 2009

Regole di base

Beppe Grillo candidato alla segreteria nazionale del Partito Democratico?
Nulla di cui preoccuparsi, poiché il comico genovese, nel suo ruolo, è anche portatore di istanze a cui il PD deve saper torvare risposte serie. Le deve trovare proprio per evitare la deriva populistica di Sinistra, poiché Grillo parla anche a una parte consistente di questa Sinistra.
E poi siamo un partito Democratico davvero, laico e privo di pregiudizi o costruzioni ideologiche; aperto, al quale ognuno può iscriversi (salvo i casi previsti dal codice etico); integrante, tanto che ognuno può aspirare a dirigerlo.

Ma proprio perché siamo un partito Democratico davvero, ci siamo dati delle regole (belle o brutte che siano), ma delle regole. E in democrazia il rispetto delle regole è fondamentale. E' esattamente la base stessa della democrazia.
E le regole del Partito Democratico, al comma 3 dell'articolo 9 dello Statuto nazionale, prevedono che: "Possono essere candidati e sottoscrivere le candidature a Segretario nazionale e componente dell’Assemblea nazionale solo gli iscritti in regola con i requisiti di iscrizione presenti nella relativa Anagrafe alla data nella quale viene deliberata la convocazione delle elezioni".

Quindi può candidarsi chi sia regolarmente iscritto alla data della "convocazione delle elezioni" (26 giugno 2009; e lo si sa da sempre): a quella data Grillo non era iscritto e dunque non può candidarsi.

C'è poco da dire: rispetto per le regole uguale base della democrazia.
Ma perché, allora, Grillo dice di volersi candidare pur sapendo che le regole non glielo permettono?
Forse per evitare lui un confronto che lo vedrebbe perdente e per poter continuare a sparare contro il PD che per "cavilli burocratici" gli "impedirebbe" di candidarsi...
Vorrei, ma non posso...?

1 commento:

Carla73s ha detto...

Io ci speravo proprio, sarebbe stato un congresso divertente e vivace, anche se quello che scrivi lascia pochi dubbi. Tu hai ragione le regole si devono sempre rispettare anche quando non piacciono, altrimenti viene meno la democrazia. Però quanto mi dispiace questa volta...