mercoledì 24 gennaio 2007

A proposito di Partito Democratico. Secondo me...

E' stata decisa la data del congresso nazionale dei DS (19-21 aprile) e a giorni si deciderà anche quella del congresso della Margherita (che sarà nello stesso periodo). Si discuteranno il processo, le tappe e i contenuti del Partito Democratico. In questa prospettiva sto partecipando a molte iniziative nelle quali si dibattono i vari aspetti di questo delicato momento storico del mio partito, della Margherita e del sistema politico nazionale in genere.

Ho già seguito alcune iniziative in Italia e in Europa e a febbraio dovrò presiederne altre in America Latina. Sarò impegnato prima in Brasile, in un seminario internazionale del PT (il Partito dei lavoratori Brasiliani, quello del presidente Lula per intenderci) e poi con i DS di San Paolo, Porto Alegre e Curitiba.
Subito dopo sarò in Argentina, a Rosario e Buenos Aires, per gli stessi motivi.

L’aria che si respira in questi incontri in genere è sempre la stessa: grande partecipazione emotiva (come non si vedeva da tempo), entusiasmo per un verso, preoccupazioni diffuse per altri. In sostanza però, le principali posizioni possono essere schematizzate in quattro filoni:


  • quelli che pensano che in Italia i tempi siano maturi per unire in un unico partito diverse tradizioni popolari e riformiste, quindi vogliono spingere sull’acceleratore della fusione DS-Margherita entro il 2009;

  • quelli che pensano che la prospettiva del Partito Democratico sia la scelta giusta, ma che ha bisogno di tempi più lunghi rispetto al 2009, quindi vorrebbero una federazione tra i due partiti. Tra questi vi è poi una parte che pensa che non si possa fare ora il PD perché c’è una incompatibilità tra le classi dirigenti ancora troppo legate al passato, quindi il PD potrà farlo solo la prossima generazione di dirigenti e chi pensa che non si tratti di classe dirigente, ma di momento storico, cioè le due tradizioni hanno ancora bisogno di tempo per potersi fondere;

  • quelli che pensano che il Partito Democratico non si può fare né oggi né mai perché le due tradizioni e culture sono incompatibili in un unico partito, perché considerano il Partito Democratico un partito di centro (alcuni settori de DS) o un partito di sinistra (alcuni settori della Margherita);

  • quelli che pensano che il PD si può fare a patto che si risolvano le questioni della laicità e della collocazione internazionale, entrando nel Partito del Socialismo Europeo e nell’Internazionale Socialista.

Queste discussioni, dunque, in vista dei congressi nazionali di DS e Margherita, sono molto utili perché delineeranno il percorso verso il PD, ne correggeranno la rotta, produrranno una serie di documenti di cui i congressi nazionali prima, il gruppo costituente che redigerà il manifesto del PD e lo stesso eventuale PD dopo dovranno tener conto.
Ma a margine dei congressi dei singoli partiti, sia in Italia che all’estero, si discute anche nella società civile, nel mondo dell’associazionismo e di semplici cittadini o simpatizzanti.
Da parte mia, dunque, per il ruolo che ricopro, partecipo a questo dibattito in maniera ufficiale dall’interno del partito, ma ho l’esigenza di discuterne anche fuori dall’ufficialità e sentire le voci più diverse, dalle quali spesso arrivano osservazioni e giudizi più distaccati e spesso originali, oltre che ottime intuizioni.
Per questo invito tutti quelli che lo vorranno a scrivere liberamente i propri commenti sui temi che di volta in volta proporrò, naturalmente accettando anche consigli e suggerimenti.

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15 commenti:

Anonimo ha detto...

Molti, all'interno dei DS, discutono sul fatto di sciogliere o meno il partito. C'è chi dice con terrore che questo congresso scioglierà i DS e chi ribatte che i DS non si scioglieranno affatto.
Ma non è una discussione curiosa dato che si vuole il Partito Democratico? Tu come la pensi?
P.S. Comunque complimenti per il blog, ha una grafica molto bella.

Anonimo ha detto...

Grande Eugenio!
Complimenti per l'iniziativa, ci vuole coraggio ma anche tanta costanza!
Interessanti i tuoi punti di vista, ti scriverò a riguardo il prima possibile.
Un saluto affettuoso,
Alessia

Anonimo ha detto...

ma chi lavora in questo partito...?

ciao

Anonimo ha detto...

Le cronache del Governo di questi giorni ci dicono che i DS hanno un chiaro profilo riformista già nei fatti e molti ce lo riconoscono. Dunque, se le cose stanno davvero così, e a mio avviso stanno così, allora perché dovremmo fare il Partito Democratico (che all'inizio Fassino voleva chiamare proprio Partito Riformista)? Non possiamo continuare così per qualche anno e vedere se ne raccogliamo i frutti alle europee? Se i risultati non vengono allora si svolta tutti verso il PD.

Anonimo ha detto...

Caro Eugenio, sono vrl e ti scrivo per complimentarmi per la tua iniziativa.
Circa la costituzione del PD, ho parlato con un dirigente ("fassiniano") Ds provinciale di BG il quale si è detto convinto che, nei primi anni di vita, il nuovo Soggetto politico dovrebbe essere una federazione di partiti distinti.
Sarebbe, a mio avviso, una buona idea per i motivi che cercherò di spiegare di seguito.
1) Ciò, da un lato, eviterebbe un immediato cambiamento il cui trauma conseguente sarebbe l'emorraggia di voti e dirigenti del Correntone e, dall'altro, farebbe passare il tempo necessario affinchè i Diellini (soprattutto quelli caccuresi) possano "metabolizzare" l'ingresso (inevitabile storicamente) del PD nel PSE.
2)A livello locale (come a Caccuri) ci sarebbe il tempo necessario per meditare criticamente e nel modo più oggettivo possibile circa il problema del principio della pariteticità nella costituzione dei gruppi dirigenti.
Saluti
vrl
vincerl@virgilio.it

Anonimo ha detto...

Caro Eugenio,
credo di poter affermare che il progetto del partito democratico, almeno per come era stato concepito inizialmente, sia fallito prima di ancora di essere avviato. Dar vita al partito democratico avrebbe avuto un senso se ad esso avessero aderito i partiti che, inizialmente, facevano parte dell’Ulivo, ma io mi spingerei ancora più oltre fino ad includervi i “progressisti” di epoca occhettiana. La defezione di alcune forze, prima fra tutte lo SDI di Borselli che ha preferito la cosiddetta “Rosa nel pugno”, l’indisponibilità di altri “soloni” pronti sempre a darci lezioni, la viscidità di molti nostri probabili o “improbabili” compagni del PD, hanno svuotato il progetto iniziale facendone un guscio vuoto. A questo punto il Partito democratico potrebbe ugualmente vedere la luce, ma solo quale prodotto di una mobilitazione dei cittadini, un qualcosa che partisse dal basso e non piuttosto il frutto della decisione di ristretti gruppi dirigenti nel chiuso delle sedi di partito. Non mi sembra di notare una tensione ideale e politica nemmeno lontanamente paragonabile a quella, per fare un esempio, che determinò la svolta della “Bolognina”. A tutto ciò va aggiunto che questo nuovo partito dovremmo costruirlo insieme ai Rutelli, (passato, nel volgere di qualche decennio, dallo “spinello libero” al proibizionismo più becero, fino a diventare il braccio destro del cardinal Ruini), ai Cacciari, ai Bordon, ai Dalla Chiesa (Nando) e, se permetti, la cosa mi fa rizzare i capelli. Meno male che Adornato ha scelto la Casa della libertà (si fa per dire), altrimenti rischiavamo di ritrovarcelo, ancora una volta, compagno di partito. A questo punto, forse, parafrasando Lenin mi chiederai: allora “Che fare?” E io ti rispondo. Credo che per la leggerezza che, da un po’ di anni contraddistingue l’operato dei nostri dirigenti politici, ci siamo spinti troppo avanti per cui il processo di costruzione del Partito democratico sia oramai divenuto, nostro malgrado, irreversibile. Questo, però, ci deve spingere (è solo il mio modesto parere) a vendere cara la pelle. Io posso essere favorevole a che si proceda sulla strada della costruzione di questo nuovo soggetto politico a queste condizioni:
a) che il Partito democratico abbia nel proprio statuto la difesa ad oltranza, ferma, decisa, vigorosa, della laicità dello Stato:
b) che, pur nel doveroso rispetto formale delle gerarchie ecclesiastiche, i nostri futuri dirigenti abbiano il coraggio della schiena dritta e sappiano al momento opportuno, dire dei no chiari e forti alle pretese di papi e cardinali di decidere il nostro destino (vedi la vicenda Welby), le nostre tendenze sessuali, di conculcare i nostri diritti quando l’esercizio degli stessi non coincida con il loro credo;
c) che si decida prima la collocazione del nuovo partito all’interno del Parlamento europeo, in modo da non ritrovarci spalla a spalla col gruppo del cavalier “Bellachioma” o, addirittura, dell’on. Fini, né in una sorta di limbo, in uno splendido isolamento dal resto dell’Europa;
d) che si mettano gentilmente, ma fermamente alla porta i proibizionisti vecchi e nuovi.

Se ciò sarà fatto, sarò il più solerte attivista e il più strenuo difensore del Partito democratico.
Peppino Marino

Anonimo ha detto...

Grande Eugenio!!
un pò meno per il tema affrontato...non credo desti molto interesse..ah, ah, ah
scherzo...come stai? La tua bella famiglia? Perchè non organizziamo tutti insieme una bella cena in ricordo dei vecchi tempi?
Un forte abbraccio
Alessandra

Anonimo ha detto...

Caro Gennaro, la discussione sullo scioglimento andrebbe affrontata con maggiore chiarezza, se non lo si fa probabilmente è perché si teme di toccare alcuni affetti. E' chiaro che in questo congresso DS e DL decideranno di arrivare a un nuovo partito e in quel momento vi sarà per forza uno scioglimento (sicuramente non nel 2007). Nella fase intermedia (2007-2009), come scrive Vrl (mio amico di scorribande adolescenziali e sbornie non da poco), DS e DL potrebbero mantenere un'autonomia di sedi, strutture, personale politico, iniziativa, e responsabilità giuridica, ma allo stesso tempo dar vita a una federazione come quella costituita nel 2004 alle europee. In questo caso, probabilmente, alcuni settori politici resterebbero responsabilità dei singoli partiti e quelli di vitale importanza sarebbero materia esclusiva della federazione (ad es. politica estera, economia, difesa ecc.). Non penso serva tanto a evitare l'emorragia di cui parla Vincenzo (credo che alla fine saranno pochissimi quelli del correntone che lasceranno il partito... Dove andrebbero? il PSE non potrebbe accoglierli), ma servirà ad affinare la discussione su quegli importanti temi per i quali le differenze tra DS e DL sono forti, quelli di cui si parla nel commento di Peppino: laicità dello Stato, questioni eticamente sensibili, droghe e collocazione internazionale.
Nei prossimi due anni, dunque, la federazione e i saggi dovranno elaborare un vero grande manifesto dei valori che dia una chiara identità al futuro partito.
Personalmente penso che i DS e tutti i più importanti dirigenti abbiano condotto quasi isolati e con grande vigore in TV e nelle piazze la battaglia referendaria, senza alcun timore verso la Chiesa e così sarà anche al congresso. Stanno discutendo con forza, anche con la Margherita, la questione della coppie di fatto e omosessuali e presto vi sarà il ddl Pollastrini su questo argomento, concordato proprio con la Bindi (proprio oggi si sta muovendo qualcosa).
Dunque penso che se vi sono diversità di vedute tra i due partiti (e vi sono), si risolvono meglio se se ne discute nella stessa casa-famiglia che in case diverse. Tra l'altro, sia nei DS che nella Margherita, anche oggi vi sono all'interno posizioni estremamente contrastanti: su che cosa sono accomunabili persone come Bersani con gente come Salvi? oppure politici come Letta, Franceschini e la Bindi, con altri come la Binetti, Bordon e il gruppo che arriva nei DL da Lotta continua, DP o i radicali?
Eppure governiamo tutti insieme e con buoni risultati: se siamo più uniti in unico partito forse smussiamo qualche angolo più che acuirlo.
Per quanto riguarda lo statuto, dipenderà da come saremo in grado di andare uniti e forti alla discussione sui valori, se parliamo di scissioni ci arriviamo deboli.
Per la collocazione internazionale, la Margherita già oggi non è nel PPE, dove sta Berlusconi e vuole entrare Fini. Nemmeno loro pensano a ipotesi del genere. La discussione non può prescindere, e non prescinderà, dal gruppo del PPE, che però deve allargare i suoi confini, così come ha fatto a Porto modificando il proprio statuto e allargando i confini dalle sole "forze socialiste" anche a quelle "progressiste e democratiche", come sta facendo e continuerà a fare.

P.S. Cara Alessia, aspetto i tuoi commenti, sempre acuti e meditati.
Elio, nel partito lavorano per tutti noi Filippo e l'ottimo segretario europeo.
Alessandra, ma stai sempre con FI? Che peccato... Comunque io e i miei stiamo bene e sono a disposizione per la rimpatriata, spero sia d'accordo anche Alessia e che riusciamo a coinvolegere tutto il gruppo dei comunicatori pubblici.

Anonimo ha detto...

Caro Eugenio,
il mio "parere" è positivo, circa il tuo blog, perché credo che non nascondersi dietro gli slogan di partito e scrivere cose proprie online (frutto della propria testa....) sia comunque un profilo di apertura al confronto con il mondo che spesso può sembrare un elemento limitato in alcuni dirigenti di partito, non sempre propensi ad ascoltare. Dunque, lo sforzo in più rispetto al "guaio" in cui ti sei cacciato, io credo che sia l'ascolto degli altri e non solo l'opera di depositare i tuoi pensieri nel tuo blog. Se farai questo, io credo che servirà a qualcosa, e marcherà la differenza.
Il mio più caro saluto,
Daniela Binello
giornalista
(Rai GrParlamento)

Anonimo ha detto...

Caro Eugenio
La mia opinione sul tuo blog è positiva. Con esso, dai la possibilità a tutti di dire la loro e confrontarsi con chi la pensa in modo diverso e, anche tu, che sei un paziente e attento ascoltatore, ne trarrai vantaggi.
A proposito del PD, io penso che, almeno per ora, non si debba andare alla sola sommatoria di DS e Margherita, ma, senza sciogliere il partito, tutte le forze progressiste che condividono un programma politico, pur nella differenziazione di culture e valori, debbano dar vita ad una federazione che contribuisca a scelte costruttive dando la possibilità alla base di contare, così com’è avvenuto con le primarie nelle quali, percentualmente il risultato elettorale è stato superiore alla somma degli elettori di DS e Margherita.
Io e tutto l’elettorato sinceramente di centro sinistra, quelli che veniamo dal PCI-PDS-DS, non vogliamo venir meno ai nostri principi, ai nostri valori, alla nostra storia e, se si andrà al PD, vorremmo prima conoscerne il programma, sapere questo nuovo soggetto cos’è, cosa vuole fare e dove vuole andare per evitare che, quando Fassino o D’Alema dovranno discutere con Fisichella o con Rutelli sui problemi sociali, sulla ricerca, sulla laicità dello Stato, non trovino un muro che li separi.
A quei compagni che meditano di lasciare il partito dico in modo appassionato: “al congresso,
sede deputata alla discussone, lottate energicamente con la forza del dialogo perché la nostra storia, i nostri principi, i nostri valori, non vadano distrutti, ma fatelo sempre dall’interno perché le divisioni non giovano mai a chi le fa.”
Con affetto
Vittoria

Anonimo ha detto...

Cara Daniela, penso che le cose stiano esattamente come dici tu. Per questo mio obiettivo è proprio quello di parlare fuori dall'ufficialità del mio ruolo e della propaganda e di "ascoltare, ascoltare, ascoltare" chiunque: militanti e non (alcune delle persone che hanno lasciato i propri commenti o che mi hanno scritto privatamente non sono nemmeno di centrosinistra). Se non si ascolta e non si capiscono le ragioni degli altri, infatti, diventa difficile poi parlare e attrarre consenso, che è ciò a cui aspira un partito politico. Spero di riuscire a farlo e di avere il tuo giudizio di professionista della comunicazione.
Ne approfitto per invitare i naviganti a seguirti i tuoi ottimi servizi su Rai GrParlamento, promettendogli che gli comunicherai in anticipo quando andrà in onda l'intervista e lo scoop di cui mi accennavi nella mail.

A Vittoria dico che dopo il congresso i singoli partiti non si scioglieranno e che non si chiede a nessuno di rinunciare alla propria tradizione e valori. Ma un partito nuovo non si costruisce guardandosi alle spalle, ma guardando avanti. Personalmente penso che DS e DL guardino nella stessa direzione. Si tratta, però, di trovare la risposta migliore e condivisa su alcuni particolari temi sui quali l'accordo lo dobbiamo già cercare perché governiamo insieme e militiamo nello stesso gruppo parlamentare. Passi avanti sono stati fatti e, a breve, la risposta che daranno unitariamente Pollastrini e Turco sulla legislazione sulle coppie di fatto, sarà un ulteriore importante contributo alle ragioni dello stare insieme. Poi, più questo stare insieme e semplificare gli strumenti si rafforzerà, più la discussinoe sarà facile e contribuirà a depotenziare l'attuale competizione DS-DL.
P.S. provocatorio: Era più facile trovare una comune visione e un accordo nel '94 quando PDS e Popolari erano entrambi alternativi a Berlusconi ma divisi o adesso che DS e DL governano insieme?

Anonimo ha detto...

caro eugenio, e compagni di colazione uhauhauhauha
e basta con sta cazzo di sinistra. svegliatevi da questo torpore, aprite gli occhi. stiamo messi male e continuate e elogiare la sinistra........... ma chi vi capisce...........
beh preciso che sono di sinistra,ma di questi tempi lo dico a bassa voce perche me ne vergogno.

Anonimo ha detto...

Capisco che in questo periodo si parli molto di Sinistra e che la cosa potrebbe infastidire, ma siamo a un passaggio molto importante per la vita politica, che va ben oltre la Sinistra. Infatti da quando si parla molto di Sinistra e PD anche la Destra ha cominciato a parlare di federazioni o partito unico.

Comunque prometto che il prossimo post lo farò su argomenti che riguardano più da vicino le "persone" e la vita di tutti i giorni.

Però, fatemi sottolineare qusta agenzia uscita proprio poco fa. Potrobbe essere una risposta ad alcuni scetticismi:
DS: MOZIONE FASSINO AL CONGRESSO, LAICITA' E UNITA' SOCIALISTA Roma, 31 gen. (Adnkronos) - Laicità e unità Socialista sono
alcuni dei passaggi cardine della mozione congressuale di Piero
Fassino che "il Riformista" di oggi ancitipa. Si tratta di 31 cartelle che si concludono così: "I Democratici di Sinistra non solo non smarriscono la loro identità e il senso del loro esistere, ma proprio perché forti di principi e ideali grandi, possono ambire a un riformismo alto e nuovo, capace di imprimere alla contemporaneità il
segno della Sinistra e dei suoi valori". E poi: "L'Italia è, ancora
una volta, di fronte a un passaggio storico. Spetta a chi si batte per un mondo più libero e piuù giusto, spetta a noi restituire all'Italia e agli italiani speranze, certezze, fiducia". Tra i vari passagi, si legge che "il Pd sarà un partito
laico", e che "la realizzazione di una forte unità Socialista tra
tutte le forze che oggi si richiamano ai valori del socialismo democratico (DS, Sdi e altre organizzazioni di ispirazione socialista) irrobustirebbe il peso e il ruolo della sinistra e dei suoi valori nella costruzione del Pd". Tra gli altri argomenti toccati
dalla mozione, valorizzazione dei diritti, dalle coppie di fatto al
testamento biologico. Sulla collocazione internazionale del Pd, "il Riformista" cita "autorevoli fonti del botteghino" e spiega: "La maggioranza del partito non ha intenzione di chiedere alla Margherita un ingresso immediato nel Pse". (Pol/Col/Adnkronos)
31-GEN-07 10:51

Anonimo ha detto...

caro Eugenio,

approfitto del fatto che dovendo imparare a postare i miei commenti nel tuo blog senza farlo fare a te col copia e incolla......e visto che preannunci dei miei scoop giornalistici, che verranno al momento opportuno....e quindi uno si potrebbe domandare leggittimamente "ma come fa quella lì a fare gli scoop se nemmeno sa postare in un blog...?" ....leggendo 2 commenti fa, qui pubblicati, l'ennesima frase fatta "mi vergogno di essere italiano" o "mi vergogno di essere di sinistra" (come rivela l'autore di quello sfogo) avrei voluto chiedere (a lui, ma anche a coloro che ricorrono a questa espressione di tanto in tanto, per esempio tornando da un viaggio dov'è successo qualcosa, che ne so, di turisticamente scorretto....) cosa han fatto di sinistra nella loro vita. Cioè, proprio cosa han fatto loro (che si considerano di sinistra e dunque si vergognano per quello che gli altri di sinistra stanno facendo, che non è quello che loro si apsetterebbero da persone di sinistra). Perchè da lì capirei meglio in cosa consista la loro vergogna nel dare un giudizio alle cose di sinistra che dicono gli altri (anche facendole qualche volta). mi basterebbe un esempio concreto, ma concreto, eh?
ciao
daniela (binello)

Anonimo ha detto...

Cara Daniela, purtroppo ultimamente capita spesso incontrare nelle nostre sezioni gente di Sinistra che ha qualche difficoltà a identificarsi in pieno con i nostri dirigenti e con gli attuali pertiti di Sinistra. In momenti come qusti è abbastanza normale. Stiamo vivendo un periodo di grandi trasformazioni; vi sono in corso guerre feroci in zone calde del mondo nelle quali l'Italia mantiene una sua presenza; governiamo in una coalizione che va dai cattolici praticanti alla Mastella (che ha dichiarato di essere stato vergine fino al matrimonio) ai radicali alla Capezzone o ai comunisti alla Diliberto e Giordano. A tutto ciò aggiungi le continue richieste della Chiesa e il processo verso il PD e ti renderai conto che trovare una sintesi condivisa e nella quale un militante di Sinistra possa riconoscersi in pieno è difficilissimo. E' per questo che, dunque, molti compagni a volte sentono a rischio la propria identità e, a seconda della passione con la quale vivono la propria militanza, sbottano in frasi quali quelle che tu riporti. Io, però, penso che chi afferma queste cose, in effetti non è vero che "si vergogna" dell'attuale Sinistra, ma è solo che si aspetterebbe da noi scelte più coraggiose, prese di posizioni più forti e una maggiore chiarezza. Tutte cose che, forse spesso, non riusciamo a fare, sia per senso di responsabilità verso il Governo e il Paese che per timidezze, inclinazioni personali e, a volte, anche per interessi e strategie non sempre nobili e condivisibili... me ne rendo conto.