venerdì 20 luglio 2007

Consolati, PD e diritti umani a Cordoba

In questi giorni non sono riuscito a scrivere perché è stato momentaneamente sospeso il mio traffico dall'estero perché stiamo cambiando gestore, quindi posso utilizzare internet solo negli hotel.
A parte questo, il resto è andato molto bene. Il primo incontro ufficiale della giornata è stato quello, molto cordiale, con il Console generale d'Italia a Cordoba, dott. Stefano Moscatelli, con il quale abbiamo discusso dell'attuale situazione politica italiana, della necessità di una riforma del sistema elettorale che garantisca stabilità e governabilità a chiunque vinca le elezioni, e dello stato delle richieste di cittadinanza nella sua provincia: il suo Consolato riconosce e rilascia, mediamente, 500 nuove cittadinanze al mese. Ognuno faccia le sue proiezioni e riflessioni...

Subito a seguire, nella sede del Comites che ci ospitava, si è tenuto un incontro pubblico con la comunità italiana sulla situazione politica in patria dopo un anno di Governo de L'Unione e l'arrivo in Parlamento degli eletti all'estero.
Nella sala erano presenti anche esponenti dell'ANPI (Associazione Nazionale dei Partigiani Italiani), la responsabile per Cordoba delle Nonne di Plaza de Mayo, alcuni dirigenti del Comune di Cordoba e del mondo dell'associazionismo, oltre a Jose Garcia, candidato a Legislator a Cordoba, il quale ha voluto essere presente per sottolienare la sua voglia di lavorare al fianco della comunità italiana e dichiarare il proprio apprezzamento per il processo che abbiamo avviato nella costruzione del PD.
Ho riscontrato, tra i presenti, un interesse generale su ciò che avviene in Italia e tanta voglia di una riforma del sistema elettorale che assicuri governabilità e stabilità. Tutti, infatti, si dicono "stanchi della continua litigiosità nell'Unione". Alcuni, addirittura un ex partigiano, vorrebbero che il centrosinistra si liberasse della Sinistra estrema. E lo dice sottolineando di essere stato partigiano, Comunista e di sentirsi "molto di Sinistra".

Rispetto al PD, dunque, mi dicono di apprezzare lo sforzo che stiamo facendo nella direzione di una maggiore stabilità e di una semplificazione della politica. Guardano con attenzione e interesse alla nascita del Partito Democratico e ripongono in esso numerose speranze, anche per una sempre maggiore attenzione e valorizzazione delle comunità all'estero. Per questo si impegneranno nella costituzione di un comitato promotore anche a Cordoba e nel processo per le elezioni primarie di ottobre.

Alla fine di questo incontro pubblico, con una delegazione ristretta di compagni dei DS e una mamma di desaparecida italiana, siamo andati al Cabildo, la storica sede del Governo di Cordoba, per un incontro con Luis Baronetto, Segretario dell'Ufficio per i diritti umani del comune di Cordoba. Con lui, passandoci l'un l'altro e sorseggiando l'ottimo mate che Baronetto tiene sulla sua scrivania e che di tanto in tanto riallunga con l'acqua calda del suo termos e offre ai suoi ospiti, abbiamo discusso di desaparecidos cordobani e italiani e di diritti umani. Ci ha spiegato come abbiano recuperato la sede del Cabildo, un tempo luogo di prigionia e tortura dei desaparecidos, e come l'abbiano trasformata nel museo della memoria che ho successivamente visitato.
Con Baronetto abbiamo convenuto sul grande aiuto dato dall'Italia all'Argentina e ai parenti delle vittime della dittatura con l'apertura di tre processi a 12 militari argentini, due dei quali conclusi con le condanne all'ergastolo e a 25 anni di reclusione dei militari colpevoli di aver sequestrato, torturato e fatto sparire alcuni cittadini italiani.
Questi processi hanno sicuramente contribuito a far si che in Argentina, ciò che era già riconosciuto e sentito sinceramente dalla popolazione, venisse riconosciuto e ufficializzato anche dallo Stato, che solo da poco e con l'attuale Governo ha abolito le "leggi dell'impunità" e impresso un'accelerazione al percorso di ricerca della verità e di conservazione della memoria sul terribile e tragico periodo della dittatura.

Ma con Baronetto abbiamo stabilito di intensificare i rapporti di collaborazione e deciso di tenere iniziative comuni volte a conservare la memoria sulla tragedia dei desaparecidos (anche italiani) e stimolare il dibattito sui nuovi diritti e sull'allargamento della loro sfera.

2 commenti:

elioweb ha detto...

CAro Eugenio, dal tuo blog trasparre quanto impegno ma anche quanta passione ci metti in quello che fai, trovo molto bello e utile leggere il riassunto di come vanno le cose dall`altra parte del mondo, grazie a questi articoli siamo meno distanti, e riusciamo ad immaginare molto di quanto succede oltre oceano. Una cosa mi ha colpito, la grande mole di cittadinanze rilasciate dal consolato di Cordoba, che meriterebbe un piccolo aproffondimento.
Poi il ricordo di quella che fu la tragedia dei desaparecidos,tragedia da non dimenticare, e in fine l`interesse verso il futuro Partito democratico tra la nostra comunità italiana in quella parte lontana di mondo.
Bravo Eugenio.
Un Saluto dall`nord Europa .
elio

Anonimo ha detto...

La questione dei diritti umani in Argenitna resta centrale per recuperare fino in fondo la memoria del paese e ridare giustizia a una intera generazione che rappresentava la parte migliore di quella nazione, dato che i desaparecidos erano spesso studenti, artisti o intellettuali